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La letteratura non è un’invenzione, è una scoperta

Creato il 09 giugno 2013 da Andreapomella

Bosone

Sulla delicata questione se la letteratura sia un’invenzione o una scoperta ho cercato di darmi una risposta stamattina, mentre correvo sulla pista ciclabile, costeggiando il fiume, e cercando di portare il mio corpo all’ombra delle fronde d’alberi per evitare la prima canicola estiva. Ebbene, mi sono detto che la letteratura è una scoperta. È una scoperta perché il compito principale di un’opera letteraria è raccontare una storia, e le storie fanno parte della natura umana. Non solo, le storie fanno parte della natura e basta. Far parte della natura significa essere concepiti all’interno di un sistema. La natura produce storie anche in assenza dell’uomo, per cui le storie pre-esistono all’uomo, le storie sono come il fuoco la cui scoperta fu un punto di svolta nell’evoluzione umana. Perciò nel momento in cui un vecchio uomo barbuto ha incominciato a intrattenere la sua tribù raccontando del movimento degli astri o delle maree, in quel momento si può datare la scoperta della letteratura. Al contrario, se fosse stata un’invenzione, la letteratura avrebbe rappresentato la soluzione a un problema tecnico (la cosa, messa in questi termini, avrebbe perfino un che di affascinante), sarebbe stata, in parole semplici, il prodotto della creazione di qualcosa che prima non esisteva in natura. Ora, andando dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, si può dire che nel momento in cui le prime particelle elementari si sono composte in materia, quel movimento dettato da una forza misconosciuta che i più ottimisti imputeranno a Dio, rappresenta già l’inizio, lo svolgimento e l’epilogo di una storia. Non posso negare che procedendo di questo passo sono stato tentato dal dire che, se due unità costitutive del creato sono già sufficienti a definire una storia, allora la letteratura è Dio. Ma non l’ho detto. Anche perché quando ho formulato questo pensiero, ero già abbastanza spossato di mio da dovermi fermare a un angolo della strada per riprendere fiato. Perciò non l’ho detto, e non lo dirò adesso. Però l’ho pensato. Come lo pensano, credo, tutti coloro che sprecano la loro vita, come me, a cercare di venire a capo di un mistero grande e metafisico, il mistero del perché, a questo mondo, per stare tutti un po’ più bene si devono raccontare delle storie.


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