Oggi è sabato e come ogni sabato sono in trepidante attesa della domenica perché la domenica ricevo in omaggio “La Lettura”, l’inserto culturale del Corriere, da mia suocera che è abbonata al quotidiano e che mi reputa erroneamente una persona di certo livello, sopravvalutandomi e tenendomelo da parte ogni settimana. La mia lettura de “La Lettura” infatti finisce presto, qualche minuto dopo il pranzo del dì di festa, perché raramente trovo articoli che mi interessino o che abbia voglia di leggere o che sia in grado di comprendere, e soprattutto autori degli articoli che conosco. Non vi ho mai trovato qualcosa sugli scrittori che mi piacciono, per esempio, a parte una volta una specie di intervista a Franzen, è capitato anche qualche analisi sulla modernità digitale a firma di gente mai sentita, ma per il resto nulla. Insomma, la lettura de “La Lettura” si esaurisce in uno sbrigativo passaggio in rassegna delle illustrazioni, come potrebbe fare un bimbo in età prescolare. Me ne sto con l’inserto in mano con quell’espressione di chi gli dà un’occhiata preliminare a un esame più attento successivo, come a valutare una scala delle priorità di approfondimento, ma la seconda fase non arriva mai. Deluso dall’ennesima prova della mia ignoranza con me stesso, guai a lasciarla trapelare all’esterno, ripiego il giornale e lo ripongo nel contenitore della carta, pronto a essere riciclato per il cambio della sabbia dei gatti, per un indegno passaggio da “La Lettura” a “La Lettiera”.
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