Di CARLO VALENTINI
Un brivido sessantottino, con gli studenti vocianti contro Sergio Marchionne e contro il rettore dell'università di Modena-Reggio Emilia: "Fuori Marchionne e gli interessi privati dai nostri spazi, l'università è di chi la vive, è uno scandalo che entri lui mentre a noi studenti viene impedito di partecipare all'inaugurazione del nostro anno accademico".
Non sono molti ma hanno striscioni, cartelli e megafoni. Insieme a loro, ma silenziosi, c'è un gruppo di sindacalisti, che vorrebbero consegnare al ceo di Fca un documento che chiede lumi sui 305 lavoratori in cassa integrazione alla Maserati.
Dentro l'aula magna, intitolata a Marco Biagi, il docente dell'ateneo bolognese assassinato dalle Brigate Rosse perché autore di una proposta di legge sul lavoro che molto assomigliava al jobs act, arriva solo l'eco di qualche fischietto. Al tavolo dei relatori, tra il rettore, Oreste Adrisano ("Non esiste sufficiente consapevolezza per il Paese del valore delle sue università, anche rispetto al confronto internazionale, nonché del rischio di mettere, seriamente e definitivamente, in crisi un sistema che, nonostante tutto, continua a funzionare") e docenti in toga si fa notare il proverbiale maglioncino blu di Marchionne (su camicia a rigoni bianchi e blu), chiamato a tenere la prolusione ufficiale dell'avvio del nuovo anno accademico.
In anni passati in quest'aula aveva parlato Luca Cordero di Montezemolo, perché era presidente della Ferrari, che ha lo stabilimento a due passi da qui. Ora è chi lo ha estromesso a spiegare ad allievi e professori quale sono le strategie economiche vincenti.
Marchionne, in stile renziano, elargisce ottimismo: la ripresa c'è e "nel 2018 i siti produttivi che il mio gruppo ha in Italia avranno piena occupazione. Tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione e in solidarietà rientreranno. L'aggiornamento del piano industriale non comporta alcun ridimensionamento dei target economici, che sono addirittura rivisti al rialzo". E questo perché "stiamo riposizionando su segmenti di mercato a maggior valore aggiunto la struttura produttiva di Fca in Italia. L' aggiornamento è stato necessario per i problemi riscontrati sui mercati cinese e brasiliano ma il 2015 si è chiuso in modo positivo, i risultati raggiunti sono stati superiori agli stessi obiettivi prefissati".
Poi si rivolge agli studenti: "Non contate le ore che passate in azienda, ma fate in modo che contino, cioè ricordate che il vero collante di un'organizzazione è la cultura aziendale e la disponibilità al cambiamento. Qualunque convinzione abbiate oggi per quanto forte sia rimanete comunque aperti a cambiare voi stessi e il vostro percorso. Non fatevi intrappolare in un luogo di lavoro che soffoca la vostra creatività e la vostra crescita. Bisogna portare avanti un pensiero riformatore, fare ogni sforzo possibile perché le nostre aziende, le nostre università e il nostro Paese restino in prima fila, competitivi e al passo col mondo reale. E un invito: prendete in considerazione Fca e le aziende che rappresento per le vostre scelte di carriera".
Renzi lo avrebbe abbracciato, il rettore si limita a consegnargli una medaglia ricordo. In cortile è parcheggiata la Ferrari con cui è arrivato. E a proposito della casa del cavallino e delle polemiche che soprattutto a Maranello ha provocato la sterzata aziendale post-Montezemolo con l'approdo a Piazza Affari, egli ci tiene a precisare: "Se abbiamo deciso di portare Ferrari in borsa è stato per assicurarle un profilo internazionale, renderla più attraente per gli investitori di tutto il mondo e darle prospettive più solide, ma non sarà mai trasferita dalla sua sede storica di Maranello e presto speriamo di potere festeggiare di nuovo un titolo mondiale. Quello che Ferrari sta facendo è diventare ancora più forte, più consapevole del proprio valore e delle proprie capacità.". Poi aggiunge, timoroso di avere lasciato qualche dubbio: "so che la quotazione non è stata accolta da fanfare da queste parti ma si è trattato di una di quelle rivoluzioni epocali alle quali spesso non si è preparati. E' la reazione di fronte ad un figlio che diventa grande e ci sta lasciando".
Diverso è il discorso sull'altro stabilimento ubicato a Modena, quello della Maserati, tanto che al termine della cerimonia i sindacalisti hanno annunciato scioperi. "Lo stabilimento Maserati non ha la verniciatura- dice Marchionne- quindi avrà un futuro ma solo per un numero limitato di vetture molto particolari, mentre il futuro di Maserati sarà fuori Modena, tra Grugliasco e Mirafiori. La Fiom protesta ma se fossi nei sindacati mi preoccuperei di quanta gente stiamo assorbendo come sistema e di quante persone stiamo assumendo".
Nelle prime fila ci sono tutto il corpo docente e gli ospiti, poi gli studenti ben selezionati, infine il pubblico che per entrare ha dovuto esibire il biglietto d'invito. Su un lato lo stendardo giallo-blu dell'ateneo, al centro quelli dei due Comuni di Modena e Reggio Emilia. Dopo una breve esibizione del coro degli studenti, Marchionne si cala nella lectio magistrali e illustra il case history di cui è stato protagonista: "Dodici anni fa, quando sono arrivato alla guida della Fiat, erano tutti d'accordo sul fatto che la Fiat non avesse grandi chance e Chrysler non era in una situazione diversa, due aziende difformi dal punto di vista geografico e culturale, ma con un tratto in comune: sono la prova vivente che anche per un'azienda è sempre possibile cambiare radicalmente e rinascere. Pure se in tempi diversi Fiat e Chrysler sono state messe duramente alla prova da un cocktail complesso di dinamiche industriali negative e cattiva leadership . Quando sono arrivato ho rimosso la struttura gerarchica e verticale che governava entrambe, ho distribuito poteri e autonomia decisionale, e soprattutto ho spostato il focus sulla selezione e sullo sviluppo dei leader. La capacità di adattarsi a un mondo che cambia è la chiave di lettura della nostra epoca".
Applausi, strette di mano, musica paragoliardica e l'anno accademico è dichiarato aperto. Marchionne esce da una porta secondaria per non incontrare gli studenti. Gli viene chiesto cosa sta succedendo negli Stati Uniti. Risponde: "C'è un processo negli Stati Uniti che io non mi aspettavo: non credo se lo aspettasse nemmeno Trump. Però è da vedere dove porti questo processo, non credo sia finita questa corsa, tra lui, Cruz e Kasich: vediamo, è tutto fluido fino a quando non si arriva alla convention e non finiscono le primarie".