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La lezione di umiltà di Jurij Alekseevič Gagarin

Creato il 17 marzo 2014 da Catreporter79

Durante il viaggio in pullman che lo avrebbe condotto al Cosmodromo di Bajkonur (la “Città delle Stelle”) dal quale sarebbe stato poi lanciato nello spazio a bordo della navicella Vostok 1, l’allora Maggiore dell’ Aviazione Miltare Sovietica Jurij Alekseevič Gagarin (il “Cosmonauta 1”) guardava il suo vice ed eventuale sostituto, il Maggiore German Stepanovič Titov (il “Cosmonauta 2”) con invidia ed ammirazione, pensando che le autorità del loro Paese avessero deciso di non utilizzarlo per quel primo, rudimentale lancio, con l’intento di tenerlo in serbo per altre e più importanti missioni. Uomo di scienza ed abilissimo polita, la testimonianza ne evidenzia anche la straordinaria statura morale ed umana, fornendo, in ultima analisi, anche un esempio di vita.

“Vedevo Titov di profilo e non potevo impedirmi di ammirare i tratti regolari del duo volto intelligente, la fronte spaziosa sulla quale ricadeva un ciuffo di capelli castani. Allenato come me, era certamente in grado di affrontare prove ben più difficili. Di qui m’ero convinto che i nostri dirigenti, avendo scelto me per il primo volo, volevano tenerlo in serbo per un’altra e più complessa missione”.

Il Maggiore Titov sarebbe stato inviato in orbita pochi mesi dopo, il 6 agosto 1961, a bordo della Vostok 2. Con i suoi 25 anni appena compiuti, Titov è l’essere umano più giovane mai impiegato in una missione spaziale. Ps. Un inciso a carattere “preventivo”: stando alle acquisizioni attuali, la teoria dei “Cosmonauti fantasma” (i comsonauti pre-Gagarin morti nello spazio nel corso di missioni segrete) è cestinabile al pari del “Moon Hoax”.



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