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La libellula peruviana. La storia di Geo Chavez.

Creato il 02 luglio 2013 da Fabiocasa
Il sogno. Fine dell'uomo, nascita dell'eroe.

La libellula peruviana. La storia di Geo Chavez.

www.jorgechavezdartnell.com

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Ho già scritto la visione personale della trasvolata delle Alpi compiuta da Geo Chavez agli albori del secolo scorso.Non posso fermare la mia volontà di conoscere la sua storia.E’ un eroe moderno ancora oggi poco conosciuto cui la storia non ha tributato il giusto riconoscimento.
Aveva un sogno, quello di volare libero nei cieli.Non era nato nelle nostre montagne.Era figlio di un banchiere peruviano trasferitosi a Parigi.Nacque all’inizio dell’estate del 1887.Si diplomò in ingegneria nel 1909. L’anno seguente compì il suo primo volo nei cieli francesi nel mese di febbraio.Ad agosto Chavez stabilì il primato di altitudine superando i 1600 metri.Qualche settimana dopo migliorò il proprio primato nei cieli parigini superando la soglia dei 2600 metri.Nell’estate dello stesso anno il TCI in collaborazione con il Corriere della Sera organizzò una sfida internazionale con obiettivo il sorvolo delle Alpi.Il Premio traversata delle Alpi consisteva nel partire da Briga in Svizzera, sorvolare il passo del Sempione, Domodossola, Stresa e giungere a Milano entro 24 h dalla partenza. Il premio in denaro da spartirsi tra i primi 3 arrivati era di 100.000 Lire.Geo Chavez fu il primo iscritto.Il primo tentativo fallì il 19 settembre.Chavez raccontò: " dopo un'ascensione relativamente tranquilla sino a circa 2200 metri ho incontrato forti turbolenze che scuotevano violentemente l'aereo; solo a fatica sono riuscito a tenere la macchina sotto controllo e rientrare, infreddolito e stremato, a Briga".Qualche giorno dopo, il 23 settembre, le condizioni atmosferiche parevano ottimali. Partì da Briga, in compagnia di altri 4 concorrenti, nessuno di loro riuscì a valicare il passo del Sempione.Incontrò forti correnti nel tratto ascendente verso il passo; si presume che queste forti turbolenze possano aver compromesso la struttura dell'aereo.Con grande maestria doppiò il passo e, scendendo attraverso le gole di Gondo, arrivò in vista di Domodossola. Erano trascorsi 45 minuti dalla partenza quando il Bleriot si inclinò di punta, perse le ali ed andò a schiantarsi sul terreno da un'altezza di 20 metri circa.Le condizioni e le ferite riportate non parevano ai più mortali, invece Geo Chavez morì quattro giorni dopo all'ospedale San Biagio di Domodossola. Le circostanze del decesso non sono chiare in quanto il ragazzo era ancora in giovane età, allenato ed in perfetta forma fisica.Le ultime parole pronunciate, stando a quanto riferisce un suo amico aviatore, furono: " arriba, siempre arriba": In alto. sempre in alto.Il tentativo di trasvolare le Alpi ebbe grande eco già prima del tentativo, ma la fine dell'uomo e la nascita dell'eroe procurano un'ondata di commozione  mondiale.Lo ricordarono il Pascoli con un'ode a lui dedicata che inizia: " Cercano tra i venti / randagi, in mezzo alle selvagge strette / su scrosciar di valanghe e di torrenti. / Cercano ancore le ultime vedette / rapide, trasvolando  per le gole / placide toreando sulle vette.....".Lo ricorda anche lo scrittore Vittorio Foà: "mia madre mi raccontava sempre che il giorno in cui ero nato era morto un eroe. Il giorno della mia nascita era successa una cosa molto importante; per la prima volta un uomo aveva attraversato in vole le Alpi. Quell'uomo era Geo Chavez".L'aeroplano era il simbolo di quella nuova era, simbolo di libertà, simbolo di ferrea volontà cui l'uomo si avvicinava per dominare l'area dopo aver dominato la terra ed il mare. Chavez fu uno dei pionieri di quel mondo che permise all'uomo di compiere passi da gigante verso il futuro.
Fabio Casalini

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