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La libertà di stampa in Turchia

Creato il 31 agosto 2011 da Istanbulavrupa

La libertà di stampa in TurchiaDurante la campagna elettorale per le politiche del 12 giugno, alcuni organi di stampa internazionali – ai quali i kemal-leghisti nostrani si sono felicemente accodati – hanno condotto un’operazione di disinformazione per screditare l’Akp. L’accusa di fondo – infamante e infame – era quello di voler creare in Turchia un sistema politico “autoritario”: un vero e proprio ribaltamento dalla realtà, perché ciò che si sta invece verificando è una transizione da un sistema questo sì autoritario – sotto il controllo delle forze armate – a un sistema democratico secondo gli standard europei. Tra le “prove” fornite di questa svolta autoritaria, oltre al pessimo carattere – “autoritario” – del primo ministro Erdoğan,lo smantellamento del ruolo politico – nei fatti, anti-democratico – delle forze armate e i frequenti arresti di giornalisti oppositori del governo.

Messa così, il lettore poteva avere l’impressione che in Turchia venga messo in prigione chiunque si azzardi a muovere critiche: un vero stato di polizia; mentre la realtà è ben diversa: ed era arcinoto – ma ai soliti noti ha fatto comodo piegare la realtà alla propria ideologia anti-islamica – che gli arresti avvenuti non avevano nulla a che fare con l’esercizio della professione giornalistica, che erano invece legati alle attività sovversive e golpiste di Ergenekon o al sostegno politico per il Pkk (in quest’ultimo caso i provvedmenti sono manifestamente eccessivi, ma le leggi in base ai quali sono stati decisi sono state introdotte non dall’Akp ma dal regime autoritario precedente: l’AKp ha però il torto di non averle modificate adeguatamente).

Ora, grazie a un comunicato ufficiale del ministero della Giustizia, disponiamo di qualche dato in più: i giornalisti attualmente detenuti in Turchia sono 63, ma di questi solo 18 sono provvisti del regolare tesserino; tra i 63, comunque, 32 sono stati condannati o sono in attesa di giudizio per attività criminali che nulla hanno a che vedere con la professione giornalistica, 27 sono l’oggetto di investigazioni sulle quali esiste ancora il segreto istruttorio perché relative ad Ergenekon, i rimanenti 4 sono accusati di aver disseminato attraverso i loro scritti ‘propaganda a favore di un’organizzazione terroristica’ (il Pkk). Insomma, in Turchia non c’è nessun giornalista in prigione per aver criticato Erdoğan e il governo dell’Akp: e chissà se i kemal-leghisti daranno mai conto di questo comunicato.



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