La libertà in punta di pedali
di
Marco Bizzarri e Paola Pardini
La bicicletta è il veicolo a propulsione muscolare per eccellenza, in grado di tradurre efficacemente lo sforzo della pedalata in movimento garantendone un alto grado di efficienza energetica.
Questa ingegnosa creazione umana si diffuse ampiamente solo verso la fine del 1800 e soprattutto con l’inizio del secolo successivo dopo essere stata per alcuni decenni un mezzo di locomozione ma soprattutto di svago per pochi nobili e ricchi borghesi.
Durante il XX° secolo la bicicletta assunse i toni del mezzo popolare per eccellenza, leggero ma allo stesso tempo robusto, economico e sufficientemente flessibile per potersi adattare alle più svariate esigenze di lavoro o di trasporto.
Con la diffusione di massa dei veicoli a motore dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la bicicletta è stata un po’ messa in disparte ma ha continuato ad avere nel corso degli anni una sua importante fascia di utilizzatori evolvendosi spesso da mezzo di trasporto personale e professionale a valido e importante strumento per il tempo libero.
Al di là delle qualità indiscusse come veicolo per il trasporto di persone o cose, la bicicletta fin dalla sua nascita racchiude in sé i connotati dello strumento di libertà personale per eccellenza: pedalata dopo pedalata la bicicletta ha dischiuso per la prima volta all’uomo il piacere della libera scoperta del territorio circostante, permettendo di raggiungere distanze anche rilevanti con un dispiego di energie minimo rispetto la camminata o la corsa sulle proprie gambe e svincolandosi dall’impiego di animali da traino ha permesso all’uomo per la prima volta di poter assaporare il piacere del vento che scorre dolcemente sul viso mentre il sapore della natura avvolge piacevolmente i sensi e il mondo scorre velocemente intorno.
Fonti foto:
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