Torniamo a pubblicare dopo aver ricevuto 315 email di richiesta in tal senso alla nostra casella di posta elettronica. Ci chiedete di non far mancare una voce libera, ma sapete già che tale libertà è solo un'idea.
Si fa strada, nel nostro Paese, un'idea di rivolta. Precisamente, le istanze popolari sono tre.
La prima: uscire dall'Europa e quindi dall'Euro; oppure, restare in Europa, rinunciando all'Euro e a tutti i vincoli legati alla divisa comune. Ne parlano un po' tutti: dall'estrema Sinistra ai circoli del Capitale avanzato. Tutti, infatti, a parte i nostri politici, si stanno rendendo conto che non è possibile cedere la propria libertà alle esigenze di banche e investitori privati. Il Sistema adottato dall'Europa dei banchieri e degli speculatori usa i titoli pubblici emessi dai singoli stati per lucrare sul debito prodotto, poi esigere sacrifici pesantissimi alle popolazioni per sanare tale debito, al fine di poter emettere di nuovo i titoli creditizi e quindi indebitarsi all'infinito. La gente comincia a svegliarsi e a capire. C'è voluto un po', ma forse ci siamo...
La seconda: Bossi e i suoi legaioli hanno rilanciato la secessione di alcuni territori del Nord (da lor signori chiamati Padania) e un referendum per la consultazione popolare. Referendum non ammesso dalla nostra Carta e quindi in potenziale contrasto con essa. Che l'Italia stia fallendo è ovvio; che sia in mano ai fascisti, è fuor di dubbio. Prendere queste scuse quando si sta governando, è ridicolo. Eppure sta accadendo e vedrete che arriveremo alla resa dei conti. Per quanto ci riguarda, a livello di opinione personale, la volontà popolare non deve avere confini e limitazioni. Se davvero la maggioranza delle popolazioni interessate volesse costituirsi in stato indipendente o fortemente autonomo, il problema è loro. Resterebbero in piedi la questione delle proprietà statali e private, oltre alla tutela delle minoranze, ovvero, in questo caso, di quanti non volessero la separazione dall'Italia. Tutto lavoro per la Consulta e per l'Inquilino del Quirinale.
La terza. La libertà dal Capitalismo e dai suoi servi. Uscendo dall'area Euro e forse dall'Unione Europea, avrà certamente luogo una riflessione sui mali del Capitalismo. La crisi presente ne rappresenta l'emblema evidentissimo. Speculazione, sfruttamento, oppressione, povertà di molti per favorire la ricchezza di pochi sono argomenti buoni per i giovani, i veri destinatari del futuro che verrà. Vorranno costoro liberarsi da questi percorsi di vero e proprio sfruttamento a vita delle masse dei lavoratori, studenti e pensionati? Viviamo in un Paese dove il sessanta per cento della ricchezza è detenuto dal dieci per cento delle famiglie. Questo è il frutto del Capitalismo e del neo-liberismo, della precarietà, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Vogliamo proseguire su questa strada o cercare un sistema più equo e solidale?
Di questi argomenti dibatterà il Paese e noi faremo sentire la nostra piccola voce. Una voce come tante e senza pretesa alcuna. A parte la presunzione di poter dire esattamente quel che pensiamo.