La libreria dell'uomo di lettere

E va bene, lui avrà pure la sua agognata vetrinetta straripante di cimeli storici, ma ha dato a me il mandato della sistemazione dei libri di casa. Altro che ordine e disciplina, io su quello sono inflessibile: separazione tra saggistica e narrativa e rigoroso ordine linguistico-alfabetico. Userei anche la classificazione Dewey, se non fosse che all'università, quando tutti davano Biblioteconomia in quanto complementare-fuffa, io mi spaccavo le meningi su Adorno e Benjamin per l'esame di Estetica. Comunque, il fatto è che il 95% dei miei libri staziona ancora nella mia casa lombarda, altrimenti qui, oltre ad avere serissimi problemi di spazio, potremmo contare su una serie di doppi Calvino, Levi, Fenoglio e Pavese, oltre che su una duplice copia de L'autunno del Medioevo e della Guida al Novecento di Salvatore Guglielmino; e, soprattutto, su almeno cinque o sei edizioni diverse, in traduzione o in lingua originale, de Les fleurs du mal. Voglio dire, io ci avevo anche provato, in passato, a innamorarmi di gente che avesse sugli scaffali giusto Pinocchio e l'intera collezione di Paperino Mese, ma evidentemente proprio non ce la faccio.