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La libreria di Meg, femminile plurale

Da Centostorie

Meg Ryan - aprire una libreria indipendente

Quando si parla di librerie per bambini, ci si immagina sempre “C’è posta per te”, il film con Meg Ryan e Tom Hanks che finiva – amo sempre ricordarlo a chi lo cita – con la chiusura della bellissima libreria per bambini e con la fidelizzazione della reticente protagonista alle librerie di catena. Perché, si diceva, queste librerie di catena non hanno niente di meno di una librerie indipendente. Trovi tutto, dalla tazza di caffè, al commesso competente, alla vastità delle letterature mondiali.

Io credo che tutti nel citarlo come fonte di ispirazione abbiano dimenticato il finale, quantomeno ansiogeno ( per me almeno) e ricordano esclusivamente l’ambiente caldo e bello della libreria per bambini della bella Meg Ryan. Di quello ci siamo tutti innamorati, con un meccanismo di memoria selettiva che lascia in me un misto di stupore e meraviglia. Per come il cervello elabori esclusivamente ciò che desideriamo ricordi. Perchè in verità quella libreria la ricordo anche io. Ed era veramente bellissima, concordo.

(Vorrei anche fare una riflessione, sul contenuto un po misogino della storia: trovi l’amore, perdi il lavoro. Sta a casa che è meglio, il lavoro, quello difficile, lascialo fare ai maschietti!).

Tuttavia, poiché la realtà supera la finzione: anche la catena di librerie che sembra aver ispirato quella del perfido Tom Hanks non se la passa tanto bene. Come una nemesi, gli ultimi dati in merito raccontano che negli Stati Uniti (e credo anche da noi) sta ritornando il piccolo: riaprono i battenti bei luoghi accoglienti con librai che sanno il fatto loro e propongono una selezione di prodotti di qualità (*).

Come per i vestiti, i libri sembrano sempre di più confluire su due estremi: i vestiti di qualità medio bassa da trovare nelle grandi catene, che sì ci stanno bene, ma durano il tempo di un’uscita serale e i vestiti belli, che si trovano solo in posti belli, che magari si pagano un po di più, ma hanno una vita più lunga non solo addosso, ma anche nei nostri cuori.

E perciò, quando mi chiedono: “Ma quanti libri devo avere per aprire la mia libreria? Ma quale metratura occorre? Ma che caratteristiche sono indispensabili?”… Di solito chiedo per risposta di fare una semplice riflessione: Se vi piace tanto la libreria di Meg, ma perché continuiamo per comprare un libro ci troviamo ad andare sempre esclusivamente nelle grandi catene? Se pensate che la libreria di Meg abbia le caratteristiche della vostra libreria ideale, perché non provate voi stesse a realizzarla? Perché aspettare che qualcuno più coraggioso o più pazzo di voi lo faccia? Perché, invece, non pensiamo di fare un sequel tutto italiano di emancipazione femminile con la bella protagonista che riapre la propria libreria e fa un bel gesto ombrellifico al finale del primo famoso film di una chiusura per fallimento e un futuro a casa ad accudire figli di grandi magnati dell’industria?

Proprio ora, proprio rispondendo alle caratteristiche del bello, piccolo (umh non troppo però) di qualità e indipendente. Magari femminile, di donne per le donne. Plurale femminile (e chiaramente ombrellifico per tutti quelli che ci vogliono male, tiè…).

Se siete coraggiose, avete sognato di essere Meg Ryan, se siete d’accordo (o non siete per niente d’accordo) con quello che scrivevo sopra noi ne parliamo ogni mese qua.

Salute!


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