Dal Vietnam al Tibet, dal delta del Mekong alle sue lontane sorgenti. Su questo itinerario reale se ne dipanerà un altro, non meno impegnativo e complesso, che porterà l’autore protagonista a ripercorrere mentalmente la sua vita a ritroso, proprio come sta facendo col grande fiume. È tipico di Barbini condurre ogni viaggio sul doppio binario del presente e del passato, usando i posti in cui si trova come porte temporali per i luoghi della propria anima. Dopo l’ex blocco comunista di Caduti dal Muro, spunto di riflessioni su ideali e realtà politiche, lo scritto- re toscano torna a percorrere e a scrivere dell’Asia, e questa volta lo fa navigando lungo uno dei suoi fiumi più importanti, che taglia da nord a sud l’Indocina, e bagna Tibet, Birmania e Tailandia, e poi ancora Laos, Cambogia e Vietnam. Durante I giorni del riso e della pioggia il bagaglio esistenziale del viaggiatore si alleggerisce, come stem- perato nella massa d’acqua del grande Mekong che egli sta risalendo «come un vecchio barcone incrostato di conchiglie, sabbia e antico cordame». E in questo lento andare, con quel senso di libertà che non serve ad ag- giungere quanto piuttosto a ripulire, l’uomo riesce pian piano a sollevare se stesso e a svincolarsi – quasi – dal peso di domande e inquietudini accumulato in una intera esistenza. Perché tutto quel che si fa tornare a galla scorre a pelo d’acqua con gran facilità.
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La libreria "Il viaggiatore immaginario" presenta il mio libro ad Arezzo
Creato il 24 maggio 2010 da BarbiniPotrebbero interessarti anche :