Magazine Cultura

La lirica sarebbe un tumore?

Creato il 05 febbraio 2012 da Nonzittitelarte

La lirica sarebbe un tumore?Il mondo del teatro lirico si rivolta contro il giornalista  Marco Ferri che nel suo blog si è espresso sulla lirica definendola un tumore. Questo il link per leggere l’articolo. Di seguito le risposte di alcuni musicisti.

Barbarascrive:

4 febbraio 2012 alle 13:59

” la lirica “succhia” risorse oltre ogni
limite (dettato dal buonsenso), ma restituisce
poco o niente”. Innanzitutto mi domando se lei abbia mai messo piede in un teatro per assistere ad un’opera lirica, o se è a conoscenza dell’indotto turistico creato dai teatri d’opera in tutta Italia e di un elemento di nome “crescita culturale”.. secondo: mi domando se lei abbia mai messo piede fuori dall’Italia, dove – per farle un esempio – la sola Berlino fruisce di 10 orchestre professionali e diversi teatri d’opera (le lascio la curiosità di andare a scoprire nome e qualità delle produzioni di ogni singolo teatro), oltre quelli specifici di prosa e musical. I tedeschi saranno mica più fessi di noi? quando vado all’estero e dico di essere italiana, i primi nomi citati sono Verdi e Puccini.. tutti incancreniti dunque?? tedeschi, giapponesi, americani?Ebbene no, semplicemente un approccio diverso alla cultura e tanto cervello per capire che i teatri PRODUCONO ricchezza.. se vogliamo parlare di malagestione finanziaria, poi, possiamo anche trovare un punto d’accordo, ma di tutte le cifre buttate lì , sappiate che una buona percentuale NON va in tasca agli “operai” del teatro, cioè chi mette fisicamente in scena un’opera lirica..

******

libyscrive:

4 febbraio 2012 alle 20:18

BRAVO anche se non sei appassionato di lirica, vedo che hai capito cosa è la LIRICA, e quel pallone gonfiato di “giornalista”, farebbe meglio ad andare a vedere un solo spettacolo lirico, si renderebbe conto di quanto lavoro c’è dietro. E come dici tu, in qualsiasi parte del mondo, vengono rappresentate ogni giorno il 90% delle opere in Italiano. “studia, studia giornalista, che testa n’hai”

*****

Mi chiamo Donatella Carta e sono uno dei violini di fila dell’orchestra del teatro lirico di Cagliari. Mi scuso innanzitutto per non aver letto tutti i commenti, lo farò in un secondo momento. Il succo di tutto il bla-bla-bla dell’articolo è: perchè finanziare i teatri lirici se la lirica è diventata (da quello che scrive lei, io non posso verificarlo) una manifestazione di nicchia per pochi appassionati.La mia risposta è sicuramente infantile e da sognatrice, ma anche profondamente da Italiana.L’Italia è stata da sempre, sin dalla prima civiltà, la perla della cultura nel mondo. La lirica, da quello che mi fa capire col suo articolo, è a lei sconosciuta. Capisco, so che negli ultimi trent’anni ciò che ha interessato maggiormente gli Italiani (o meglio l’italiano medio)è stato il prodotto della manipolazione mediatica. Basta accendere la tv e vedere cosa ci propinano le reti “principali”, a parte i film (la cui paternità non è certo da attribuire alla tv)siamo stati bombardati da ignoranza allo stato puro. lei, signore che ha scritto questo bell’articolo, ne è la prova vivente: un Italiano che, alla cultura, alla meraviglia della musica classica e della lirica preferisce un concerto di musica leggera. Le chiederei solo gentilmente di non paragonare questi due generi musicali, sono due cose completamente diverse e non per questo l’una migliore dell’altra. Sarebbe come paragonare il calcio al basket, si usa sempre una palla…ma non è la stessa cosa. Premettendo che ho fatto parte di una rock-band fino all’anno scorso e che ho all’attivo moltissimi concerti come tastierista e vocalist, faccio una considerazione sulle diversità dei due mondi, giusto per aprire una finestrella nel suo cervello (di giornalista? di opinionista? di commercialista? non saprei come definirla…)Andare a sentire un concerto di musica classica o un’opera lirica è cosa ben diversa dall’andare ad un concerto rock. Ciò che scatena la musica classica, a livello neuro-cerebrale, è solo paragonabile ad una cura con farmaci antidepressivi. Il beneficio della musica classica è stato studiato e comprovato dai risultati in pazienti ammalati di tumore, è stato visibile il miglioramento e la produzione esponenziale di endorfine anche in pazienti affetti da sindrome depressiva Le persone vengono a sentire la musica classica per stare meglio, perchè riesce a togliere i pensieri dalla testa, a farti vivere qualche ora di benessere che poi porti con te. la musica classica è la panacea di tutti i mali, quelli fisici e dell’anima. La magia che si crea in quelle sale da concerto è un mistero; il silenzio, l’attesa, il sogno e alla fine gli applausi. Una sinergia tra musicisti e pubblico, un fenomeno di massa unico e raro dove tutti si uniscono in una dimensione di condivisione, dove non ci sono barriere sociali, religiose e culturali…solo musica. E in quegli attimi di musica un linguaggio universalmente riconosciuto, capirsi senza bisogno di parlare.Andare ad un concerto di musica leggera, (per me non esiste il paragone ma sono obbligata a farlo perchè lei ha fatto questo paragone)immergersi in una marea di gente, spesso stare in piedi e comunque doversi sempre scontrare con la maleducazione di chi (ovviamente) vuole passarti davanti. Stare attenti a non calpestare bottiglie di birra, evitare accuratamente di non scivolare sul vomito di qualcuno (e si, signor giornalista, ai concerti di musica leggera si beve, si fuma, si ingoiano pastiglia, si tira coca )e quando hai trovato il posto dove poter ascoltare il concerto, stare molto molto attento ai decibel. le indagini sui problemi di udito nei giovanissimi hanno dimostrato una perdita sensibile già in giovane età. perchè dico tutte queste cose? perchè io sono sempre andata a concerti rock e di musica leggera…so bene di cosa sto parlando. Nessuna accusa all’alcool e neanche alle droghe leggere: vivi e lascia vivere!Però, se lei utilizza questi argomenti per sparare a zero sulla musica classica, caro il mio signor opinionista, sono costretta a rispondere sullo stesso campo di battaglia. Allora, più pacificamente, credo che una cosa non escluda l’altra, visto che la musica leggera si basa su introiti ben differenti dai nostri e lei sa benissimo i soldi e il business che ci sono dietro le case discografiche, direi che sono due mondi completamente differenti e che non possono essere oggetto di paragone. Vorrei scrivere altro, mia deformazione da penna facile, ma mi limiterò a consigliarle di entrare in un teatro (magari si faccia regalare il biglietto come fanno tanti altri critici), poggiare il suo latoB su una comoda poltrona e rilassarsi pensando che quello a cui sta assistendo è il miracolo del genio umano, senza tecnologia (se non il minimo indispensabile), senza artefici, senza registrazioni…solo pura arte e sono certa che lei, da buon Italiano, sentirà emergere quell’orgoglio di essere un discendente del popolo più creativo del pianeta.I miei saluti,Donatella Carta, Violinista e pittrice.

*******

Ignazioscrive:

4 febbraio 2012 alle 11:37

Il tuo articolo non meriterebbe neanche lo sforzo del commento…da italiano e giornalista…considerare una delle eccellenze italiane un cancro è semplicemente vergognoso.

*********

ittadinantascrive:

4 febbraio 2012 alle 14:17

ma avete idea di quello che state dicendo???????????? si parla della lirica senza grande cognizione di causa mi sembra…admin propone addirittura che il jazz diventi ambasciatore dell’eccellenza italiana…sul fatto che bisogna tagliare le erogazioni ai partiti sopratutto a quelli non esistenti siamo d’accordo ma avete idea di quel che occorre per mettere su un’opera lirica? direttori,registi,costumisti,solisti,masse orchestrali e corali,attrezzisti,falegnami,elettricisti,fonici,sarti…e tant’altro…la lirica ,che ha un grosso seguito non come dice qualcuno, è il patrimonio italiano e va incentivato e portato nel mondo come vanto,come espressione della nostra cultura..i tumori della società sono ben altri…

******

  1. La lirica sarebbe un tumore?
    David Briatore scrive: 4 febbraio 2012 alle 14:51

    Già, e quindi perchè destinare dei soldi ai musei d’arte contemporanea, ai monumenti che non siano il Colosseo e similari e, dulcis in fundo, alla politica che, odiata, impopolare e soprattutto ladra, ci fa buttare al vento miliardi di Euro? Non viene il dubbio all’illustre scrittore che forse, in questo scempio di pubblico danaro, ci possa essere una “vaghissima” responsabilità di chi amministra i teatri, espressione della stessa politica? Sono pronto a sottoscrivere la dotta dissertazione dell’illustre scrittore se, adoperando la sua ferrea logica, ci dirà coerentemente che dobbiamo anche chiudere il Parlamento e ammennicoli vari che “calcoli alla mano” costano follie e sono in grado di produrre, tutt’al più, leggi che vogliono la responsabilità civile dei giudici, scudi fiscali crimonogeni, tasse folli che colpiscono i ceti meno abbienti ecc. ecc. All’illustre scrittore vorrei ricordare altresì che il melodramma italiano è una delle pochissime ragioni per cui la lingua italiana rimane ancora conosciuta nel resto del mondo. La Boheme, scritta da Puccini, sembra essere l’opera più rappresentata AL MONDO ed è stata scritta da un italiano! Comsiglierei all’illustre scrittore di informarsi meglio e non gettare, come sembra ormai abitudine consolidata sul patrio suolo, il bambino con l’acqua sporca. A proposito: a differenza del jazz, il melodramma (da cui discendono, evolvendosi, anche Wagner, su su fino all’operetta e financo il musical) l’abbiamo inventato noi… sì,sì… proprio noi italiani, e temo proprio che l’illustre scrittore non ne sia a conoscenza!

  2. ********
  3. fabrizioscrive: 4 febbraio 2012 alle 15:15

    per i non addetti ai lavori questi dati fanno rabbrividire , pesso anche per coloro che vivono il mondo della lirica.allora alcune precisazioni. la lirica italiana è un vanto nel mondo, dall’estero vengono in italia per impararla ed è incredibile che sia così seguita ed apprezzata più all’estero che in patria, spesso in paesi e da culture tanto lontane dalla nostra(per mia esperienza personale soprattutto in cina e negli emirati arabi!).il grado di specializzazione dei musicisti e dei cantanti non può essere compreso se non da chi fa questo lavoro…spesso lo capiscono poco gli stessi amministratori. i biglietti costano molto?è vero purtroppo.nota dolente ma incontrovertibile, anche se non tutti i prezzi sono così alti…chi si accontenta di posti un poco più scomodi ma comunque di ottimo ascolto e discreta visibilità può trovarne a cifre ragionevoli. i costi in generale sono comunque molto alti.perchè questo? perchè chi da le cifre per fare questi articoli che troppo facilmente suscitano l’indignazione non ricorda, forse volutamente, o spero per sola dimenticanza, che la spartizione della trota avvenga agli alti livelli.perchè mai ricordare i compensi per registi, direttori star, cantanti “prime donne” accompagnati da mediocri comprimari imposti dall’alto per meriti non certo artistici? perchè a gestire questi settori così particolari e specifici vengono messi personaggi i cui meriti e competenze nel settore sono tutte da dimostrare (prova ne sia che la nomina è libera scelta del sindaco)e perchè poi non ricordare i compensi che questi gestori(sovrintendenti, direttori artistici, direttori del personale ecc.)ricevono per un lavoro che negli anni ha creato deficit incredibili! forse sono loro a pagare per i propri errori?per aver gestito male soldi pubblici? no, questi personaggi sono trasferiti e promossi a fare gli stessi danni altrove, in altri teatri o enti. ma non vorremo dimenticare il businnes delle agenzie che vendono pacchetti già preconfezionati magari con uno o due buoni cantanti e una serie di personaggi perlomeno discutibili, per i ruoli secondari…e a che cifre????ovviamente tutte le cifre non si possono citare perchè tenute ben nascoste ed anche, quando i dati si sapessero, come spesso è possibile sapere, si andrebbe in contro al rischio come minimo di violazione della privacy se non peggio. a questo punto vorrei ricordare come le amicizie intervengano in questo settore così specializzato…..un compositore mediocre a capo di una istituzione importante chiama l’amico regista con folli compensi , per vedere poi rappresentata una propria “creazione” laddove il regista stesso ha il potere di inserirla nella programmazione e nel cartellone di un’altro ente di cui si trovi a reggerne le sorti(ovviamente sempre con soldi degli altri, mai i propri!)….possibile che un direttore esca dopo neppure un mese di lavoro da un teatro con un compenso talmente alto che un dipendente non vedrà probabilmente in tutta la carriera????ma quando poi c’è da attaccare il mondo della lirica si spara a zero e chi ci rimette sono normalmente i musicisti e i coristi..unico e solo tumore di questo mondo. ricordiamo per un momento , anche per chi non amasse questo mondo, che dietro a ciascun dipendente della cosiddetta massa artistica, troviamo anni ed anni di una specifica ed altissima specializzazione e professionalità invidiata, come ricordavo anche all’estero, ed ovviamente ad ogni persona corrisponde una famiglia…come accade ovunque. inoltre, non pretendendo che tutti amino il mondo del teatro, in questa era dove la sola economia sembra regnare, perchè non ricordare quanto porta il mondo dell’indotto da una parte e il ricavo(da studi di settore si parla almeno di quattro volte tanto!) per i finanziamenti fatti, da intendersi come investimenti!una domanda:se affido i miei soldi ad un promotore finanziario che mi consiglia un determinato fondo, e poi questo si intasca i soldi oppure ne fa un uso sconsiderato….io con chi devo prendermela ?con la borsa in generale?con il fondo che mi dava delle garanzie o sulla persona che si è comportata male e ha gestito male il patrimonio???il mondo del teatro e della lirica sicuramente devono avere un ripensamento e una riformulazione di nuove regole, ma dall’esterno è vergognoso come ci si scagli contro parlando di cose che non si conoscono. che ci sia un bel confronto con tutte le parti e vengano ascoltati anche coloro che si trovano nella parte bassa di questa particolare costruzione ma che fungono da fondamenta di un mondo che è patrimonio dell’italia, che ne è eccellenza, e che è biglietto da visita nel mondo. la lirica fa parte della tradizione e della cultura dell’italia. che i politici se ne ricordino non solo durante i comizi elettorali o durante le cerimonie con i vertici di altri stati. che investano in maniera si oculata ma che scelgano però persone capaci di gestire, i cui meriti non siano solo quelli di amicizia o colore politico.scusate lo sfogo e grazie per l’attenzione.fabrizio

  4. dal blog Musicamore

condividi con Facebook
Condividi su Facebook.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :