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"la lista della spesa": quali suggerimenti e proposte per razionalizzare?

Creato il 20 giugno 2015 da Alessandro @AleTrasforini

Attraverso quali metodi e stime è possibile ( cercare di) promuovere ragionevoli considerazioni attorno al concetto di spesa pubblica? A cosa può servire il cercare di razionalizzare sprechi e minimizzare quel tipo di spesa pubblica definibile come ' improduttiva'?
Attraverso quali voci di bilancio è possibile ( cercare di) agire, facendo leva su contraddizioni non risolte e su meccanismi burocratici impossibili da recidere come nodi gordiani di altre tradizioni storiche? Quali sono le cifre e le voci che caratterizzano la spesa pubblica italiana, comparto per comparto e numero dopo numero? E' veramente così vero che razionalizzare equivale ad incidere negativamente sui livelli di spesa pubblica e su fattori quali il welfare?
In tempo di mordente crisi domande come queste sembrano avere una molteplicità immensa di risposte possibili, evidenziate dalla grande variabilità dei fenomeni e delle opinioni in gioco.
Nonostante tutte le opinioni, comunque, sembra ormai risaputo che certi vincoli economici dovranno costringere paesi come l'Italia a rivedere anche profondamente le strutture dei loro bilanci e delle loro economie. Quali discorsi di fondo è possibile promuovere, tenendo comunque ferma la necessità di riorganizzare il più positivamente possibile i livelli di spesa pubblico-privata di uno Stato depauperato da anni di crisi multiforme?
E' possibile rispondere a questa e moltissime altre domande leggendo " La lista della spesa - La verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare", scritto dall'ex-Commissario alla ' spending review' Carlo Cottarelli. Lo scopo del presente testo risulta essere chiaro sin dalla copertina:

"[...] Carlo Cottarelli [...] è stato nominato commissario straordinario alla spending review, dal suo lavoro dovevano arrivare milioni di Euro per le esauste casse dello Stato italiano [...].
A distanza di mesi, Cottarelli affida a questo libro le sue riflessioni, i suoi ricordi, le sue diagnosi per cercare di spiegare al grande pubblico uno dei grandi misteri dell'Italia: quell'enorme calderone che è la nostra spesa pubblica. Senza tecnicismi ma non tralasciando nulla di importante, Cottarelli ci guida nei meandri del bilancio statale, facendo [...] scoprire il grande meccanismo che regola la nostra vita di cittadini, un meccanismo di cui abbiamo [...] una vaga percezione [...] minacciosa e sfocata. Dove vanno a finire tutti i soldi che paghiamo con le tasse?
Perché si finisce sempre a parlare di tagli alle pensioni? Sprecano di più i Comuni, le Regioni o lo Stato centrale? Perché tutti i politici dicono che taglieranno gli sprechi e nessuno lo fa mai?
Ma gli altri Paesi come fanno? Un libro [...] per fare le pulci alla macchina statale italiana, al di là dei luoghi comuni e delle polemiche giornalistiche: perché analizzare un bilancio statale può sembrare arido e difficile, ma con la guida giusta può diventare la lettura più acuta, sorprendente e accurata di un Paese intero. [...]"

Le aree ritenute di interesse per un'azione informata ed esplicita sull'entità delle spese da razionalizzare e/o studiare sono riportate il più sinteticamente possibile attraverso capitoli e comparti di trattazione tanto analitica quanto divulgativa:


  • La spesa pubblica in Italia: chi, quanto e per cosa si spende?
  • La frammentazione degli acquisti di beni e servizi?
  • La normalità delle auto blu
  • Le spese militari: spendiamo troppo? Di certo spendiamo male;
  • Il complicato mosaico della Pubblica Amministrazione;
  • Le spese dei Comuni. Quanto serve davvero agli 8mila campanili d'Italia?
  • Capitali coraggiosi: il capitalismo degli Enti Locali
  • Tre milioni di lavoratori (e di buste paga)
  • Intermezzo: le 'mancette'
  • L'insostenibile leggerezza dei costi della politica
  • I soldi alle imprese
  • La spesa sanitaria: meglio della Germania, meglio degli Stati Uniti?
  • Le spese previdenziali: quasi metà della spesa, quasi un terzo degli elettori
  • Il futuro della revisione della spesa: una corsa a ostacoli?

Dietro ad ogni capitolo si nascondono problemi legati a variegate e parzialmente insolute cause: competenze distribuite fra Enti diversi, burocrazie auto-alimentatesi e divenute forse non sradicabili e/o migliorabili in tempi brevi, sprechi fossilizzati e radicatisi in una complessità pressoché sterminata per ' non addetti ai lavori', tempi decisionali ed esecutivi sul medio e lungo termine tanto immobili quanto insuperabili, [...].

Le ragioni che rendono palese il manifestarsi di sprechi attraverso voci di bilancio comprese fra quelle precedentemente definite sono tanto necessarie quanto enormemente complesse da comprendere e gestire al meglio possibile. A prescindere dalle scelte e dalle difficoltà, comunque, la necessità di reperire fondi da sprechi passati appare come una delle poche strade percorribili per segnare la differenza ( ed una probabile via di uscita definitiva?) con i tempi di crisi socio-economica che stiamo vivendo. Ormai da troppi anni.

La necessità di ridefinire concetti moderni di spending review e di attualizzazione delle spese è un'attività da esercitare con la massima consapevolezza riguardo allo Stato che si vorrà costruire per i prossimi anni o decenni. La salvaguardia della spesa pubblica e dei suoi limiti è infatti un compito da eseguire tenendo ben presente una necessità ormai inderogabile che per molto tempo vari attori e situazioni sembrano aver largamente ignorato ( o non pesato a dovere?):

"[...] Il livello di spesa pubblica appropriato dipende anche da quanto un Paese si può permettere. [...]"

Quando un Paese non può permettersi livelli adeguati di spesa pubblica quali leve può sollecitare per imprimere una direzione differente al proprio cammino? Esiste un'alternativa plausibile da mettere in campo a questo proposito, in alternativa a forme di austerità che ancora oggi sembrano imperversare senza possibilità di uscita? La definizione di un percorso alternativo di discussione ed uscita ( solo eventuale?) da certe condizioni di crisi sembra essere quindi un percorso votato alla realizzazione ed esecuzione di provvedimenti allo stato attuale ancora rimasti ( più o meno largamente?) inattuati.

Nonostante problematiche ed eventuali potenzialità rimaste ( più o meno) disattese, la necessità di definire politiche di riduzione od ottimizzazione della spesa pubblica dovrebbe essere un'attività da condurre ( e divulgare) mescolando fra loro una indefinita serie di ingredienti oggi alquanto complicati da amalgamare insieme: consapevolezza, competenza, lungimiranza, attenzione ai dettagli, capacità di effettuare stime plausibili, volontà di non peggiorare le condizioni sociali e di accesso a forme basilari e sempre più diffuse di welfare, consapevolezza di incidere in aree impiegate per anni quali produttrici di consenso e serbatoio politico, [...].

Nonostante tutto il difficile ed il complesso da raggiungere, emergono come spontanee e pienamente concrete le possibilità di ridefinire percorsi adeguati di risanamento e tutela della res publica.

In fondo, non a caso, la disponibilità di una " lista della spesa" da esaminare o controllare può ( o deve?) essere molto utile soprattutto per ragioni simili a quelle precedentemente esplicitate.


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