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Non si può più dire Lega Calcio o Lega Nazionale Professionisti, come si faceva prima. Adesso è necessario parlare di Lega di A e Lega di B. Il ‘palazzo’ però è sempre lo stesso, anche se in caso di concomitanza – come è accaduto una settimana fa con la A che ha convocato una riunione informale – qualcuno deve spostarsi per evitare l’intasamento salvo poi convergere per la conferenza stampa.
A parte questi dettagli in via Rosellini non è cambiato nulla, giusto la guardia giurata che presidia l’ingresso e qualche regola di (non) comportamento quando qualche presidente stanco dell’insistenza dei cronisti si prodiga per mettere qualche paletto in più. Ci sono ancora le auto di lusso, gli autisti, le scorte, le manovre di aggiramento, i silenzi di alcuni e le vivaci loquacità di altri. Un sottobosco di procuratori che si affacciano nei periodi di calciomercato e la sala stampa che si riempie quando i giornalisti sono a caccia di notizie non di stretta ‘politica’. Perché, parliamoci chiaro, a chi interessa come si distribuiranno le risorse i paperoni, e i paperini, del calcio?
(Pubblicato su Il Giorno del 23 giugno)
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