Visto in DVD.
Favola della miseria che ricalca molto Chaplin (si veda “Luci della città”), ma che nell’utilizzo di comprimari in massa sembra riecheggiare un poco i film Capreschi. Favola ironica ma dal finale amaro, che non rinuncia a lasciare il dubbio nello spettatore.
Zhang Yimou confeziona un film delicato con dei colori delicati quanto la storia, il tono è nettamente diverso dagli altri film del regista, ma lo sguardo verso il basso della scala sociale, la storia fatta di rapporti umani mostrati e non spiegati e la Cina che viene esposta è quella della miseria non della gloria; si insomma il tono cambia ma Yimou è sempre lui.
La trama inoltre non si ferma allo svolgimento dei fatti, ma è una storia di menzogne tenute in piedi fino allo stremo, a metà via tra un discorso sul cinema come fabbrica di bugie e le tendenze di un regime a mantenere vive apparenze sopra una voragine vuota.