Panem et circenses
Mi è capitato di guardare il video di Crozza nell’ultima puntata di Ballarò (15/10/2013) che ironizza sulle intenzioni di Brunetta e Grillo di andare a fondo sulle retribuzioni pubbliche di alcuni grossi nomi della RAI come Fazio, Crozza ed altri. Fermo restando che Brunetta potrebbe pensare a dimezzarsi per primo i compensi pubblici e che Grillo per anni ha fatto parte della famiglia di miracolati della RAI vorrei far notare a Crozza un semplice fatto. Il mercato di cui lui parla, quello che fa sì che le sue gag siano strapagate perché fanno audience e quindi portano incassi all’azienda, è lo stesso invocato da Berlusconi.
Dire che chi porta incassi milionari all’azienda si merita compensi milionari è molto poco social di questi tempi. Potrà suonare un po’ marxista e retrò però vorrei far notare al sig. Crozza che se non ci fossero i cameramen, gli addetti al montaggio e tutti gli altri che rendono possibile il suo show, lui dovrebbe esibirsi per strada. Se non ci fossero gli operai che assemblano le auto sarebbe costretto ad andare in bicicletta nel luogo di lavoro e in qualsivoglia altra località. Se non ci fossero gli insegnanti che preparano i lavoratori del futuro cosa succederebbe? Eppure tutte queste categorie hanno stipendi che suonano come un millesimo dei personaggi dello spettacolo o dello sport. Lungi da me invocare un appiattimento in stile sovietico ma mi sento di dire senza vergogna che in un’economia in decrescita è immorale che esistano differenze di reddito di questo tipo. E la giustificazione di Crozza è in perfetta linea con il pensiero berlusconiano che apparentemente osteggia per far ridere il suo pubblico. Ora si sa che i governi, da sempre, offrono “panem et circenses” per far star buone le masse. Ma il gioco funziona finché le masse hanno il pane. Se questo scarseggia alle suddette masse non resta che mangiarsi i circenses e chi li ha lautamente stipendiati, ovvero il maiale e anche il salumiere per dirla come Crozza.