Nell’Aprile dello scorso anno ho cambiato quasi tutto. Lavoro, città, casa. Mi sono anche allontanato dagli amici e dalla famiglia; non è stata una scelta facile. Sono molto legato agli affetti e alla mia terra ma a distanza di oltre un anno sono contento, molto, della scelta. Pensavo che la lontananza potesse cambiare le cose, in peggio, invece il mio rapporto con le persone al quale voglio bene è decisamente migliorato. Penso agli amici, a mia sorella, ma soprattutto penso ai miei genitori. Mi sono accorto di parlare davvero con mia madre, più al telefono che non quando potevo vederla tutti i giorni. Le volte che torno a casa riesco ad assaporare tutti i momenti, osservo negli occhi di mio padre la gioia di vedermi. Dopo mangiato diventa piacevole parlare, anche diverse ore. Prima le conversazioni erano limitate a pochissimi minuti. Il momento della partenza è sempre lunghissimo: baci, abbracci, regali, conserve della mamma pronte per essere degustate nel cuneese. E’ tutto più bello, tutto più dolce: posso tranquillamente affermare che la lontananza ha migliorato tantissimo il mio rapporto con mamma e papà. Non che prima fosse brutto, tutt’altro: era semplicemente più distaccato e i gesti affettuosi erano limitati al minimo sindacale. Purtroppo in questi giorni è successo qualcosa che mi ha fatto capire che non tutto può essere sempre perfetto. Mio padre è stato ricoverato (dopo diversi giorni di malattia) nel reparto medicina dell’ospedale di Imperia. Niente di particolarmente allarmante, la diagnosi parla di reumatismo palindromico: una bruttissima gatta da pelare ma che probabilmente mio padre chiama da diversi anni ‘gotta’ (su consiglio di un medico poco capace). E la lontananza in questo caso diventa brutta, bruttissima, nonostante le rassicurazioni telefoniche. Perché non hai la possibilità di andare a trovarlo, non puoi parlare con lui, non puoi capire quali siano i problemi reali. Ti rimangono poche telefonate e l’attesa di sapere qualche notizia. Ma anche la certezza di far parte di una famiglia compatta. Sabato sono a ‘casa’, spero possa esserci anche mio padre.
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