Magazine Diario personale
la lontananza che rimpicciolisce gli oggetti all'occhio li ingrandisce al pensiero.
Da Verdeacqua @verde_acquaMi ero detta che salita sul treno avrei sistemato quelle benedette foto di quest' ultima estate addosso, dentro, fuori, dapperttuto. Poi ci scrivo anche un post.
Ma alla fine non riesco a scrivere di sale, vento tra i capelli, coccole, litigate, tuffi, nuvole e pesci.
Sono fuggita per due giorni, all'ultimo minuto, perchè mio padre è stato male.
Sono stata nell'ordine preoccupata, spaventata, rincuorata.
Non ero mai stata a trovare mio padre in ospedale. Fa un certo che.
Sono sei anni che non vengo dai miei senza un figlio o due al seguito.
Non ho mai avuto il tempo di realizzare quanto io sia effettivamente lontana.
Non serve andare in un altro paese, bastano quei troppi chilometri che impediscono di fare un'improvvisata quando si ha voglia.
Vedo che sono lontana perchè i meccanismi quotidiani non mi includono.
Io non ci sono mai.
Non posso fare tante cose. Pratiche.
Va tutto bene, non c'è bisogno di me, se la cavano bene.
E un pezzo rimane sempre qui. E' sempre lo stesso pezzo di cuore, quello che lascio quando parto e ritrovo quando torno.
E' così quando si vive via.
Stare insieme è sempre una cosa programmata, non può essere naturale.
Noi siamo abituati.
Ti abitui alla mancanza.
Poi ogni tanto viene a pungerti.
Adesso foto e Bob Dylan.
Buon viaggio a me.
Torno da quei tre che sono la mia casa.