Applicazioni, social network, internet-non-stop, Ipad, smartphone…
Il cordone ombelicale che lega l’esigenza di socialità al delirio di onnipotenza fornito dalle tecnologie accoglie sempre più dispositivi, nuove trovate che ci tengono in contatto gli uni con gli altri in qualche, a tratti, paradossale modo.
La forma è come se fosse diventata un di più evitabile, di poco conto e il contenuto, di conseguenza, risulta criptico, quasi in codice, come se gli unici a capirlo dovessero essere mittente e destinatario…e a volte neppure loro! Prima gli sms, le chat, poi MSN, Facebook, Twitter e Instagram hanno visto una progressiva diminuzione delle parole per lasciar spazio a pochi caratteri e immagini “filtrate”. Sorge inevitabile una riflessione, tanto ironica quanto
È facile ergersi a mestrini, strenui difensori dell’Accademia della Crusca. Più arduo comprendere le “poplematiche” della meglio “cioventù” del nostro tempo: non è certo colpa dei ragazzi il non aver capito ancora che su internet non funziona come con gli sms e che non si paga ad inviare messaggi lunghi e quindi non è necessario comprimerli. E li si può additare di poca flessibilità e spirito critico soltanto perché hanno tutti un Iphone? No di certo! Perché mettersi a cercare un dispositivo più adatto alle loro esigenze quando poi, il più delle volte, una scelta diversa lascerebbe perplesso il compagno di banco? La loro vita è difficile, è inutile prenderci in giro!
A forza di click e di estenuanti sessioni di Ruzzle, le mani stanche e gonfie non riescono neanche più a cercare un’informazione su internet, su quel sito strano e poco facile da utilizzare chiamato Goooogle. E menomale, che c’è Facebook! I suoi gruppi sono la salvezza di migliaia di giovani che non possono mica perder tempo a guardare un tg, ma grazie a post e commenti in tempo reale, sanno cosa succede nel mondo, sanno della struggente tragedia che ha colpito la famiglia Corona, sanno a quale mese di gravidanza è la cara Belen…si inizia da queste grandi cose per poter mirare alla pace nel mondo!
Per non parlare, poi, della qualità della musica che rendono famosa con i loro click su Youtube…ma nessuno è davvero andato ad indagare perché Gangnam style ha più visite di The Wall dei Pink Floyd. Nessuno ha realmente capito quale profondo significato abbia quel balletto simil cowboy in calore davanti ad una Venere senza veli che, contornato dalla soave voce del coreano, ha reso Psy sicuramente molto più apprezzabile di quei vecchi bacucchi che non hanno neanche mai chiesto una collaborazione a Justin Bieber! Tutti a sparlare dei giovani, a dire che sono poco profondi.
E i link che postano sulle persone famose scomparse, come non considerarli?
Nessuno si rende conto di quanto i giovani siano attaccati agli studi di Rita Levi Montalcini, ai film di Clarke Duncan,e alle canzoni di Lucio Dalla, tanto da non potersi esimersi da pubblicare almeno un ricordo dei loro eroi. In realtà sono solo poveri incompresi: nella confusione delle camere in cui dormono sommersi dai libri della scienziata, dai dvd dell’attore e dai vinili del musicista c’è poco spazio per l’ordine.
Ed è per questo, e non per mancanza di fantasia, che diventa un problema anche cosa fare il sabato sera. Se non ci fosse Yahoo Answer cosa sarebbe di questa generazione?Semper loudatumsit, allora.
Se non ci fossero Applicazioni, social network, internet-non-stop, Ipad, smartphone cosa sarebbe di questa generazione?
No, non me la sento di criticarli, la loro vita è troppo difficile.