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Questo ci viene ricordato dalla festa che si celebra in questo momento dell’anno: il Natale. Il periodo in cui viene festeggiato corrisponde infatti al solstizio d’inverno, che nell’emisfero nord cade il 21 o il 22 dicembre. E’ il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il massimo valore di declinazione negativa e la sua minima altezza all’orizzonte. Il fenomeno è dovuto alla inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto all’eclittica. A questo punto di svolta, il Sole, dopo essere arrivato al punto più basso del suo percorso stagionale, torna ad allungare le giornate e a scaldare sempre più il suolo. Questa festività segna la fine del ciclo negativo dell’astro e l’inizio di un nuovo periodo stagionale, rappresentando quindi la rinascita e la vittoria della luce sulle tenebre. Non è quindi un caso che il Natale porti con sé unione, pace, armonia, allegria, vitalità, calore, in un sola parola: luce! Tutto ciò di cui abbiamo perso il valore durante il corso dell’anno improvvisamente torna a essere preponderante. Così come il desiderio di dare e la felicità del ricevere. Certo con il passare degli anni, quando diventare adulti ci obbliga ad alzare le difese e a costruire un vero e proprio muro attorno alla nostra essenza più profonda, il valore di tutto questo finisce per perdere la sua importanza. Ma anche in età matura può accadere l’inaspettato, come quando, una sera di qualche tempo fa, ero in cerca degli addobbi di Natale che l’anno precedente erano stati riposti chissà dove. Mentre frugavo negli angoli più reconditi dell’abitazione, finii per trovare un vecchio baule che non veniva usato da anni. Quando, dopo qualche difficoltà, riuscii ad aprirlo, scoprii finalmente di cosa si trattava: erano gli addobbi natalizi che risalivano alla mia infanzia e che per qualche misterioso motivo erano stati “seppelliti” lì. Palle color oro e rosse, verde smeraldo e azzurre, mescolate ai personaggi più curiosi: fate, angeli, farfalle, funghi allucinogeni (amanite muscarie in legno, dipinte a mano), stelle e tanti altri oggetti illuminarono il mio sguardo come se mi trovassi dinnanzi a un preziosissimo tesoro. In un batter d’occhio fui catapultato indietro nel tempo. Immerso nei ricordi, tornai per un attimo bambino riscoprendo quella dolcezza d’animo che è la meraviglia e la gratitudine per ciò che ha realmente valore nell’esistenza: l’affetto per le persone care, il sentimento di unione che ci lega a loro, l’allegria e la gioia di trovarci qui e di essere vivi! Rividi la casa della mia infanzia a Roma e tutti intorno al tavolo: i miei nonni, i miei giovani genitori, parenti e amici. Eravamo sereni, uniti, forti, coraggiosi e giocavamo carte, bevendo e mangiando in allegria, circondati dai giochi di colore delle luci del presepe e dell’albero. Poi ecco un’altra immagine: io bambino con mio fratello e altri amici giochiamo a calcio per le strade di un paesino del Lussemburgo, mentre la neve scende a fiocchi grandi e ricopre tutto col suo manto bianco.Vedo anche il vetro di una finestra, dove avevamo incollato alcuni personaggi natalizi fatti di carta, che grazie ai poteri magici dei bambini avevano preso vita e festeggiavano insieme a noi l’inizio di un nuovo anno e la potenza della luce. Ed ecco altre immagini ancora, in cui io, un po’ più adulto, sembro aver dimenticato tutto quel calore e quell’armonia perché le tenebre sono sempre lì, pronte a prendere il sopravvento. Sto tornando a casa, mia nonna e mia madre mi vedono entrare, sono stato coinvolto in una rissa fuori da una discoteca, ho una gamba dolorante e un occhio pesto. “Che diavolo ti è successo? Cosa hai combinato?” L’aspetto è quello di chi ha trascorso la notte fuori tra mille avventure e incontri, nel vizio e nella passione, sempre comunque è alla ricerca di Dio! Luce e tenebre, bene e male sono simili, dice un’antica poesia persiana. E ora così a me sembrano, perché anche i momenti bui sono utili e non vanno rinnegati se ci portano a riscoprire la luce, l’amore, la pace e l’armonia. Non bisogna quindi colpevolizzarsi per le proprie negatività e tornare a diffondere luce e positività, nella consapevolezza che questo farà del bene innanzitutto a noi stessi, ma anche agli altri e all’intero pianeta. Di Giancarlo Petroni Giancarlo Petroni, di cui la Venexia editrice ha recentemente pubblicato il testo “Risonanze-La conoscenza suprema del suono“, è esperto del suono, dialogue editor e sound designer. Ha collaborato al mixaggio dei suoni per produzioni televisive e cinematografiche. Esperienze professionali e di vita l’hanno iniziato a un percorso spirituale volto al recupero di tecniche millenarie per un approccio creativo e positivo alla vita, nel quale ha trovato risposte a molte delle domande esistenziali che l’uomo si pone da sempre. Fonte: http://altrogiornale.org
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