Mi lavavo di notte nel cortile –
il firmamento splendeva di rozze stelle.
Raggio stellare – come sale su ascia,
pieno fino all’orlo la tinozza gela.
Chiuso con la spranga il portone
e la terra in coscienza severa, –
impossibile cercare verità più pulita
dell’ordito di tela lavata di fresco.
Si scioglie nella tinozza, come sale, una stella,
e l’acqua ghiacciata è più nera,
più pulita la morte, più salata la disgrazia,
e la terra più vera e paurosa.