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"La luce ritrovata " /Una storia vera

Creato il 05 settembre 2012 da Marianna06

 

 

RomaGnam2008Manzu

Lentamente Leonard si trascina a tastoni verso la porta della capanna. Fuori il villaggio vive la sua consueta quotidianità. Il dolore alla spina dorsale e allo stomaco si fa più violento. Improvvisamente una fitta acuta gli trafigge il corpo e per un breve momento l’uomo rimane come paralizzato. Poi il dolore scompare. Ma egli sa che il male si è ritirato solo per attaccare di nuovo. Nell’oscurità della sua notte perenne cose come il tempo, il giorno o la bellezza non hanno significato. Sono quasi impercettibili. Pensa alla sua nuova vita lontano dalle strade della capitale. Il fratello, un predicatore, lo ha raccolto là, mesi fa, e portato in quella capanna, che comunica una sensazione di serenità. Nel silenzio del fratello, negli ultimi tempi, c’è qualcosa di strano ma forse anche qualche buona  intenzione.<< Ti ho salvato dalle barbarie della città, perché tu possa vedere la luce di Dio>>  ripete spesso. Eppure  Leonard ricorda la città con una certa nostalgia. Non che la conoscesse veramente anche perché si era guadagnato da vivere in una strada soltanto. E, quando questa diventava deserta, si rifugiava in un vicolo. Ma sapeva riconoscere la gente allegra, che poi era quella che rispondeva di più alle sue implorazioni. Passi pesanti e voci stanche tradiscono ansietà e tasche vuote.

Una volta Leonard aveva chiesto a suo fratello quanti anni avesse. Gli era stato risposto : << quattordici>>. Per quanto ne sa potrebbe essere molto più vecchio. Non può saperlo….. ma è veramente importante?

Sara, la moglie del fratello, entra di lì a poco nella capanna. << Prendi questa medicina >> dice e con tenerezza gli solleva la testa dal cuscino e gli porta la tazza alle labbra. Il liquido amaro penetra nella gola ed un altro attacco di dolore gli lacera lo stomaco. << Presto starai bene>>, soggiunge la donna, << Dio sarà buono con te>>.

Dopo un po’ entra nella capanna anche suo fratello.

<< Leonard credi in Dio?>> incalza. << Non lo so>>, risponde Leonard con voce che tradisce sofferenza.

Nel mentre si ricorda della madre, una donna molto religiosa, morta tanto tempo prima. Ella diceva spesso che gli uomini sono come un ruscello in perpetuo movimento tra le rocce della vita. Ma Leonard sapeva di non far parte di quel ruscello.

<< Dio ci ha dato ogni cosa>> aveva spesso udito.

 Ma è vero, si domandava?

<< Dio è la bianca purezza, la luce eterna>>.

Ma cos’è questa purezza? Che significato può avere la luce per un cieco?

 Era esaltante comunque il pensiero che lontano, oltre le fitte lancinanti del buio, ci fosse una luce, più grande, più vera di quella che era negata ai suoi occhi. Là qualcuno l’avrebbe capito e avrebbe innalzato l’innocenza della sua vita storpia insieme alle anime degli eletti.

E di nuovo suo fratello:<< Leonard, ti ho chiesto se credi in Dio>>.

<< Non lo so. Ma ora vedo la luce a cui ho spesso pensato a modo mio>>.

Leonard ora è calmo e sorride con distacco. Le forze lo stanno abbandonando. Non prova più dolore.

<< Se ne è andato...>>, dice a se stesso il fratello ad alta voce.

<< Si, se n’è andato>>, mormora Sara.

<< E… stava sorridendo>>, replica il fratello girandosi verso la moglie.

<< Sì, stava sorridendo>>, annuisce la donna.

 

   di Marianna Micheluzzi (Ukundimama )


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