Dovunque, i versi asciutti, limpidi, le descrizioni rapide, ma vivide e precise si realizzano in una elegante e raffinata sobrietà. Il lettore viene così catturato, la sua mente viaggia, la sua anima vaga e si appassiona e rivive le emozioni dell’autore e le fa sue. Nel viaggio della poesia la vita sorride piena di speranza nell’impetuoso viaggio (Figli). E sono i figli, il padre, la madre, la famiglia che, in una parabola generazionale, fanno cantare al poeta-uomo “le lacrime improvvise”, l’allegria e la brezza” delle parole, ma anche “i dissapori della vita” e “i sentieri della fantasia” che vive ormai solo nella memoria (A mio figlio). Ricordi di gesti semplici, ripetuti, il correre incontro al padre, la stretta al petto si fanno in-canto e trovano, nella consapevolezza del nostalgico ricordo, il rimpianto dell’inconsapevolezza: “Io non capivo, ma ti amavo. /Padre tu c’eri e io non ti ho visto./Or passò il tempo e io crebbi/e non corsi più al tuo incontro e tu,/ non tornavi più la sera.” (Il padre). Intenso e pregno di emozione il ricordo della madre “che al sonno presa stanca appare” (Sere d’inverno). La figura si completa e si sostanzia tra le parole dei versi - Capelli canuti/ricadevano sulla sua fronte/distesa da un quiete sonno/e le mani, ancora stanche,/stavano sul grembo. – e l’immagine della tela Al camino, una delle belle quattro riproduzioni che Filardo, anche pittore, ci dona, tra le pagine scritte. Così che le arti, poesia e pittura, in un unicum, sublimano la realtà.
Dovunque, i versi asciutti, limpidi, le descrizioni rapide, ma vivide e precise si realizzano in una elegante e raffinata sobrietà. Il lettore viene così catturato, la sua mente viaggia, la sua anima vaga e si appassiona e rivive le emozioni dell’autore e le fa sue. Nel viaggio della poesia la vita sorride piena di speranza nell’impetuoso viaggio (Figli). E sono i figli, il padre, la madre, la famiglia che, in una parabola generazionale, fanno cantare al poeta-uomo “le lacrime improvvise”, l’allegria e la brezza” delle parole, ma anche “i dissapori della vita” e “i sentieri della fantasia” che vive ormai solo nella memoria (A mio figlio). Ricordi di gesti semplici, ripetuti, il correre incontro al padre, la stretta al petto si fanno in-canto e trovano, nella consapevolezza del nostalgico ricordo, il rimpianto dell’inconsapevolezza: “Io non capivo, ma ti amavo. /Padre tu c’eri e io non ti ho visto./Or passò il tempo e io crebbi/e non corsi più al tuo incontro e tu,/ non tornavi più la sera.” (Il padre). Intenso e pregno di emozione il ricordo della madre “che al sonno presa stanca appare” (Sere d’inverno). La figura si completa e si sostanzia tra le parole dei versi - Capelli canuti/ricadevano sulla sua fronte/distesa da un quiete sonno/e le mani, ancora stanche,/stavano sul grembo. – e l’immagine della tela Al camino, una delle belle quattro riproduzioni che Filardo, anche pittore, ci dona, tra le pagine scritte. Così che le arti, poesia e pittura, in un unicum, sublimano la realtà.
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