La lucida follia di Grillo

Creato il 27 febbraio 2013 da Casarrubea

Beppe Grillo

Pensavo che la metafora più adeguata fosse quella del vicolo cieco, ma in queste ultime ore ho cambiato idea. E’ un’altra parola. Reale, non metaforica: follia. Penso che la follia di Grillo stia conducendo l’Italia al disastro. Non solo perché l’Italia non si può permettere il lusso di non avere un governo, ma anche perché gli italiani hanno votato i loro parlamentari perché facessero le loro leggi e, per prima cosa, tanto per cominciare, dessero la loro fiducia a un governo capace di governare, non per qualche mese, ma per cinque anni suonati. Perciò i nuovi parlamentari, a meno che non vogliono essere presi a pedate nel culo, comincino a fare il loro dovere visto che abbiamo speso di tasca nostra un bel po’ di quattrini per portarli al posto in cui anche loro sono voluti andare. E non facciano i  pontificatori ascoltando la voce  dei padrieterni che li hanno fatti eleggere mettendoli in lista. Se non vogliono farlo, si dimettano tutti in un giorno consentendo a chi sarà invitato a formare una maggioranza di governo di andare dal Capo dello Stato e rappresentare le sue dimissioni. In questo caso, si farebbe opera di bene pubblico, si eviterebbero le lungaggini e il tempo perso, e si aiuterebbe un processo di chiarezza. E ciascuno dimostrerebbe il grado di responsabilità che ha nel concepire la cosa pubblica. Perché è evidente, non si possono servire due padroni: Berlusconi e la rabbia popolare. Ed è anche chiaro a tutti che Bersani, capo della coalizione di centro-sinistra, legittimato a formare un governo, non vuole giocare con due mazzi di carte. Dovendo scegliere, non ci ha pensato due volte, nonostante gli insulti di Grillo, a orientarsi sul Movimento 5 Stelle. Un movimento fatto da persone per bene che non credo siano disposte a farsi manovrare come marionette. Vogliono solo il cambiamento radicale del nostro Paese e delle sue classi dirigenti.

Invece pare che Grillo predichi la nascita di una nuova razza, e che il suo slogan “Mandiamoli tutti a casa” veda un mondo fatto tutto di corrotti e corruttori, nel quale solo lui si salva, con la chiesa dei suoi fedeli, sempre pronti ad ascoltar prediche e messe, e ad alleggerirsi dei loro peccati davanti al nuovo confessionale del web, nel quale il confessore unico che sta dall’altra parte dello sportellino è lui, Beppe Grillo. Se così stanno le cose è bene che ci interroghiamo sulla natura democratica di un movimento che dice di essere l’unico mondo possibile di moralità e di buon governo. Intanto perché è lui e solo lui a decidere se questo deve nascere, e poi perché  si stenta a capire quale sia la ragionevolezza dell’affermazione: “Mandiamoli tutti a casa”. Chi resta? Nessuno. Neanche loro, i grillini.

Mi rifiuto di pensare che sia onesto mandare tutti a casa. Molti non se lo meritano, oso dire, neanche nel PdL. Nessuno è autorizzato a sentirsi il migliore del mondo. Sarebbe un pericolo per sé e per tutti. Ecco perché penso che Bersani abbia questo merito: di apparire o di essere dotato di una sua domenicana umiltà. E’ un bravo politico e neanche Renzi pensa di doverlo rottamare. In fondo il toscanaccio vorrebbe altro. Ad esempio, un profondo rinnovamento dei comportamenti e delle nozioni di riferimento di un nuovo partito come il Pd. E non credo neanche che  per risolvere l’impasse in cui ci siamo venuti a trovare sia giusto sostituire Bersani con qualche altro, come se il problema italiano dipendesse dalle colpe di un singolo dirigente. Si darebbe forza e ragione alla richiesta di Grillo che, chissà perché, vuole che tutti vadano a casa e solo lui resti a guardarsi lo spettacolo e a fare orchestra da solo. O vuole il partito unico?

Se non dovesse essere possibile fare un governo  Centrosinistra-M5S per i processi di rinnovamento, per la moralizzazione, per lo sviluppo, per il sostegno alle classi meno fortunate, per i giovani e i disoccupati, per la riforma elettorale, e per le mille altre cose che – sono sicuro – decine di milioni di italiani vogliono, allora sarebbe bene andare subito a nuove elezioni. E’ triste dirlo, ma è così. Ed è ancora più triste pensare che lo vogliono gli stessi italiani che hanno votato queste due grandi aree della nostra rappresentanza politica, non prevedendo forse, che il grillismo è una variabile impazzita e incontrollabile del nostro sistema politico. Se Grillo, unico attore, non è in grado di risolvere il problema, che lo risolvano almeno i grillini che sono tanti.

Giuseppe Casarrubea


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