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Da notare i colori imperanti: rosso, nero e giallo. Sono i colori della bandiera aborigena, dove il colore nero rappresenta la loro popolazione, il rosso è la terra (o l'ocra 'tipico' di una buona fetta del suolo australiano) e la relazione spirituale degli aborigeni con essa, e infine il giallo che simboleggia il sole, che protegge e dà vita.Una bandiera bellissima.Ma tornando a noi... siamo stati riforniti di magliette......ed è continuata l'attesa, mentre il sole ci salutava e la piazza continuava a riempirsi..Poi finalmente ci siamo incamminati e pochi minuti dopo, già potevamo scorgere le luci dello stadio in lontananza:-)Una volta arrivati, è ricominciata l'attesa, questa volta nei 'sotterranei' dello stadio. Essendo in veste di 'marshalls' (addetti al 'traffico' più o meno) eravamo praticamente in prima fila... Ecco un fiume di magliette arancio in paziente (?) attesa...Ed ecco Michael Long in persona!! Pronto per uscire sul campo... Io però ero anche attratta dalle cuffie assurde dell'assistente:-/ Spaziali a dir poco! hihi..E infine eccolo! Lo stadio in tutto il suo splendore (anzi, visto che i fari erano spenti, magari non era proprio tutto tutto il suo splendore..). E l'adrenalina in picchiata....Per primo è uscito Michael, che ha salutato la folla, poi è stata la volta di ballerini e musicisti...e di noi!!! Ok, nessuno ci guardava di striscio ovviamente, ma la sensazione è stata incredibile. A luci più o meno spente e in mezzo a una folla di persone, mi sono (ma penso di poter parlare tranquillamente al plurare) sentita minuscola e persino osservata! sensazione assurda. Emozione fortissima.E poi pensavo...certo che, la maggior parte degli abitanti di Melbourne non ha mai messo piede sulla verde erbetta del loro MCG...e io che mi sono trasferita solo da pochi mesi, sono qua, in piedi, a godermi questo spettacolo incredibile! Poi la musica e le danze sono terminate, i fari si sono accessi e noi ci siamo accomodati fra i 'comuni' spettatori (:-p), per assistere alla partita.Prima dell'inizio però, ecco un mega poster di supporto al Richmond (le cd. tigers) 'Trasformiamo il tempo dei sogni in realtà'E infine via col match! Strano, moooolto strano assistere ad una partita su un campo rotondo, quasi quasi non sai bene da che parte guardare... Poi io non è che ci capisco molto di calcio, quello australiano ancora meno, anche se mi hanno spiegato più volte le regole. Carlo invece ci capiva un pò di più e mi ha preso in giro ad ogni buona occasione.. 'ma dove stai guardando??' 'Guardo i giocatori! Tiè!' hihi Non potevano mancare le cibarie da stadio per riprenderci un pò dalle emozioni vissute... E così, birra, patatine (ottime) e pizza (hmm... lasciava parecchio a desidere...)Ma la cosa che ho trovato più interessante ancora della partita e dei ragazzoni impegnati a giocarla, è stata...LA FOLLA DI TIFOSI! Sono veramente loro i protagonisti e l'anima della partita. Senza i loro canti, i loro boati addirittura, vivaci ma sempre rispettosi, non sarebbe stata la stessa cosa.E c'erano tifosi di tutte le età e di tutte le nazionalità. Uno spettacolo nello spettacolo...Questi addirittura hanno gentilmente posato per una foto - thank you guys!
No, non siamo rimasti fino alla fine. La serata ancora relativamente tiepida richiedeva una passeggiata per la città stranamente tranquilla. Che silenzio al confronto con lo stadio!Appena usciti siamo rimasti a dir poco stupiti nel vedere gruppi di ragazzini e e un pò meno ragazzini che giocavano sui prati con la tipica palla da football australiano. Così, al buio. Forse per sognare un pò di essere anche loro al centro di quel celebre stadio...
Più in là silenzio. Pochissime persone. Sembrava che la città fosse ammutolita solo per noi. Non accade sempre, anzi..
Lì vicino, sempre lungo la sponda del fiume, ci sono alcune giostre, fra cui una ruota panoramica. Quasi tutta per noi anch'essa. Da lassù, la città sembra una foresta luminosa e ingioiellata. Bellissima, quasi commovente nel suo abito da sera.E per finire, neanche a farlo apposta, un richiamo ai nostri paeselli, nel bel mezzo di una metropoli.Campane. Campanelle. Quelle che da noi rintoccano a ogni ora e che qui sono invisibili e silenziose. A testa in giù e non solo perchè siamo dall'altra parte del mondo, ma perchè anche noi ci sentiamo a volte un pò 'sottosopra'.Federation Bells
*I sogni a cui si fa riferimento sopra fanno riferimento alla creazione secondo le credenze aborigene.Per chi volesse approfondire il tema, affascinante, consiglio vivamente di acquistare o prendere in prestito dalla biblioteca un libro che tratta questo tema (ma non solo, anzi, direi che è una profonda analisi dello spirito nomadico e viaggiatore nell'uomo). Il titolo è 'La via dei canti' di Bruce Chatwin.
Ringrazio ancora la prof di italiano delle medie che me lo consigliò parecchi anni fa. L'ho fatto leggere anche a Carlo ed è subito schizzato in cima alla sua lista di libri preferiti. Sono certa che non dispiacerà nemmeno a voi.
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