la lunga estate calda...

Creato il 26 marzo 2011 da Omar
Nella corposa sequela di ribelli dalla faccia da schiaffi impersonati dal grande Paul Newman (il cielo l'abbia in gloria) un posto di rilievo se lo merita sicuramente il personaggio di Ben, vagabondo piantagrane de La lunga estate calda. La fama di piromane segue questo personaggio anche quando - messa da parte temporaneamente la sua esistenza raminga - decide di mettersi a lavorare per conto di Willy Varner, dispotico padrone di ogni cosa: delle terre, degli uomini, delle bestie e anche della sua famiglia (i figli Clara e Jody, quest'ultimo un ragazzo ingenuo ed emotivamente instabile) che tiene a comando con rigore spartano. Tra Ben e Willy si stabilisce una sorta di simbiosi che è al tempo stesso composta di reciproca ammirazione, sudditanza malsopportata e sfida aperta: come due capibranco si annusano e si rispettano ma la tensione tra i due è palpabile. Un giorno Jody, invidioso, perde la testa, chiude in una stalla papà Willy e appicca il fuoco. Tratto da La carne di William Faulkner il regista Martin Ritt (Hud il selvaggio) realizza un film torbido e passionale affidandosi, oltre che alla maschia presenza di Newman, a grandi interpreti come Joanne Woodward (che su questo set s'innamorò degli occhi più belli di Hollywood dando luogo a uno dei rapporti più longevi del cinema) e un monumentale Orson Welles in una delle sue migliori performance d'attore. La sceneggiatura di Irving Ravetch e Harriett Frank Jr coglie in pieno lo spirito “torrido e assolato” del vecchio Sud di matrice faulkneriana (pur ammorbidendone di parecchio la visione morbosa: era pur sempre il 1958!). Amore, gelosia, passione, ambizione, avidità, frustrazione: questi gli ingredienti dell’affresco che culminerà nelle concitate sequenze finali.
«Un film sul sesso e sul denaro ben congegnato, divertente, recitato benissimo da tutti» (Morandini).

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