Si chiama Xenon1T ed è un esperimento realizzato nei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
La sua missione è catturare la materia oscura ( componente di materia che non è direttamente osservabile, in quanto, diversamente dalla materia conosciuta, non emette radiazione elettromagnetica e si manifesta unicamente attraverso gli effetti gravitazionali) Xenon1T è la più avanzata “trappola” per catturare i bagliori della materia misteriosa e invisibile che costituisce il 25% dell’universo. Il progetto è coordinato da Elena Aprile, della Columbia University di New York.
Protetto da un “guscio” di 1.400 metri di roccia, il nuovo rivelatore è uno dei più avanzati strumenti per “afferrare” la sfuggente materia oscura, che secondo molti indizi sarebbe ben cinque volte più abbondante della materia ordinaria. Il suo enorme “cuore” di xenon liquido, di circa 3 tonnellate, si “scontrerà” con le particelle di materia oscura, che nell’impatto riveleranno la loro esistenza emettendo deboli bagliori di luce.
L’esperimento è frutto di una collaborazione internazionale tra 21 gruppi di ricerca, nella quale l’Italia ha un ruolo di primo piano sia ospitando gli strumenti, sia con l’importante contributo nella progettazione e realizzazione da parte dei Laboratori del Gran Sasso, delle sezioni dell’Infn e delle università di Bologna e Torino.