La notizia è stata accennata nella puntata della trasmissione “Voyager”, condotta da Roberto Giacobbo, e andata in onda il giorno 30 gennaio 2012 su Rai Due. Secondo gli ultimi aggiornamenti, un testimone chiave del famoso incidente UFO di Roswell del 1947 avrebbe detto la verità. La “prova” dell’autenticità sarebbe arrivata da una nuova, e a quanto pare più affidabile, “macchina della verità”.
LA TECNOLOGIA
Due eminenti professori dello Stevens Institute of Technology di Hoboken, New Jersey, hanno introdotto un nuovo software per computer che offre la sensazionale (tra 86% e 99%) velocità di successo nel rilevamento di bugie. I creatori di questo “software della veridicità” sono il Dottor Raj Chandramouli e il Dottor Koduvayur Subbalakshmi. I due stanno sviluppando delle partnerships con compagnie assicurative (da smascherare contro false affermazioni) e altre aziende in cui l’inganno “viene spesso a giocare”. Il software sviluppato dai due professori è uno straordinario programma di testo analitico.
Il Dottor Chandramouli spiega che il loro approccio contro contenuti ingannevoli si basa sull’utilizzo di una combinazione unica di analisi statistiche, linguistiche e nell’ambito della psicologia. Il software punta su 88 parti psicolinguistiche per indicare se l’individuo sta “coprendo” o dicendo la verità. I poligrafi tradizionali esaminano elementi come pulsazioni, sudore o la respirazione per determinare (o meno) la veridicità di un caso. Allo stesso modo “l’analisi dello stress vocale” è stata ben implementata. Ma gli scienziati dello Stevens Institute (che hanno lavorato con un team multidisciplinare di linguisti, psicologi e ingegneri di tecnologia informatica) ritengono che il poligrafo tradizionale e gli approcci sullo stress vocale hanno troppe variabili e “influenze esterne” che possono influenzare negativamente la precisione di tali macchinari e quelli che operano con queste attrezzature.
L’approccio dei due professori è molto meno aperto a tali variabili e influenze. Assieme al loro team hanno sviluppato un algoritmo basato sulla nozione Freudiana che “la verità trapela sempre”.
La tecnologia sviluppata dai due professori non implica la necessità che l’individuo sia “agganciato” ai macchinari. In realtà, l’individuo può essere anche deceduto. La macchina funziona ugualmente. Come? Con attenzione e accuratezza viene trascritto (dal software) il testo della nota e di confermare con le parole ciò che una persona ha detto via nastro audio o su video. Lo Stevens Institute Technology è in grado di esaminare ed interpretare le loro parole in forma di testo per determinare se essi siano veritieri.
Ma chi è il testimone (tra i molteplici) preso a campione per questa analisi? La risposta è Jesse Marcel senior
IL TESTIMONE
Il Maggiore Marcel, quando fu intervistato per la prima volta in video nel 1978, descrisse di aver visto il movimento e il trasporto di detriti molto strani prelevati dal luogo dell’incidente. Marcel affermò che alcuni dei frammenti erano molto sottili e di un leggero “metallo con proprietà plastiche”. Descrisse anche altro strano materiale che era impermeabile al calore di una torcia applicata e che non poteva essere intaccato o graffiato dai colpi di una mazza. Marcel menzionò, anche, di un davvero molto strano materiale “pergamena” e di lunghi pezzi curvi simili a metallo. Affermò che questi detriti caduti dal cielo coprivano un’area davvero ampia e che sembrava esserci stata una esplosione in aria. Insistette sul fatto che non fossero detriti di qualunque tipo di pallone meteorologico o aeroplano, ma che erano di una qualche specie di velivolo non di questa Terra.
LA VERITA’
Basandosi sul video del 1978, ma anche su uno del 1984, il Dottor Chandramouli ha provveduto ad utilizzare il software per verificare la falsità (o meno) delle affermazioni di Marcel. La conversione della testimonianza chiave di Jesse Marcel senior è stata trascritta e i risultati sono qua sotto:
“Una cosa che ci impressionò circa i detriti fu il fatto che un mucchio di essi sembravano tipo pergamena. Portavano impressi dei piccoli numeri con simboli che dovemmo chiamare geroglifici perchè non riuscivamo a comprenderli. Non fu possibile leggerli, erano proprio come simboli, qualcosa che significava qualcosa, e non erano tutti uguali, ma dello stesso generale modello direi”.
I risultati delle analisi della rilevazione di inganno del Dottor Chandramouli indicano: NORMALE, NESSUN INGANNO.
Per l’affermazione di Marcel:
“C’erano piccole travi (…) con una certa tipologia di geroglifici su di esse che nessuno fu in grado di decifrare. Sembravano un qualcosa tipo balsa, ed avevano circa lo stesso peso, tranne che non erano affatto di legno. Erano molto duri, anche se flessibili, e non bruciavano”.
I risultati delle analisi della rilevazione di inganno del Dottor Chandramouli indicano: NORMALE, NESSUN INGANNO.
CONCLUSIONI
Le analisi effettuate dalla Stevens Institute Technology indicano con certezza che il Maggiore Marcel abbia detto la verità come egli credeva che fosse:
Marcel affermò di essere stato sul luogo dell’incidente nell’estate del 1947. I detriti di quell’incidente erano di vari tipi:
1) materiale simile a pergamena con strani, indecifrabili simboli.
2) travi con materiale simile al legno, ma “che non erano affatto di legno” che contenevano anche dei geroglifici e che, incredibilmente, non bruciavano.
3) insolitamente sottile e materiale tipo metallo insolitamente leggero che non poteva essere intaccato dalla forza del martellio di una mazza.
Gli autori di questo software stanno continuando ad analizzare altre testimonianze di Jesse Marcel senior, soprattutto confrontandole con altre testimonianze (come quelle dell’Ufficiale Bill Rickett e dell’Ufficiale Sheridan Cavitt che erano sulla scena dell’incidente assieme a Marcel).
Se ci saranno ulteriori aggiornamenti vi informeremo.
fonte testo: antikitera.net