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La macelleria / Bastien Vivès. Madrid: Diàbolo Ediciones, 2012.
Bastien Vivès mi dà l'idea di essere un ragazzo ipersensibile, di quelli nella cui mente le esperienze di vita si amplificano e le emozioni scavano in profondità.
Per questo non deve aver avuto una vita relazionale facile, e i suoi graphic novels lo dimostrano ampiamente.
La macelleria è forse il più crudo e il più disperato. Non che in Il gusto del cloro, Polina e Nei miei occhi emerga una visione ottimistica delle relazioni umane, la cui bellezza è quasi sempre limitata a brevi momenti, però nei lavori citati c'è una qualche sotterranea leggerezza, una specie di speranza, di amore per l'umanità che danno respiro a storie che decisamente non puntano sul lieto fine.
In La macelleria la leggerezza evapora per lasciare posto alla violenza dei sentimenti, al circolo vizioso degli incontri e degli allontanamenti, dell'amore e dell'odio, della gioia e del dolore, in cui i protagonisti sembrano totalmente intrappolati.
Anche dal punto di vista grafico, l'albo si presenta in maniera differente dai precedenti. O meglio, ha dei tratti in comune con lo stile di Nei miei occhi, per l'uso del pastello e delle vignette senza bordo che sembrano galleggiare nella pagina; mentre, però, lì il disegno rappresentava la soggettiva visualizzata negli occhi del protagonista (come da una telecamera), in questo caso viene scelta una rappresentazione a grande distanza. Le figure sono prevalentemente intere e molto piccole, come se il disegnatore guardasse delle formiche in una bolla di vetro da laboratorio.
Inoltre, per la prima volta negli albi di Vivès, trovano posto ne La macelleria l'elemento metaforico, immaginifico e un po' surreale, che producono un effetto piuttosto straniante e spiazzante.
L'enfant prodige del fumetto francese continua a sorprendere, dunque, sia per le sue qualità tecniche (è straordinaria la sua capacità di rappresentare la fluidità del movimento, nonché la varietà dei sentimenti attraverso le espressioni del volto e del corpo) sia per l'originalità delle sue storie e delle sue letture del reale.
La macelleria non è il mio preferito tra i suoi lavori, ma a questo punto non posso perdere nessuno dei passaggi del suo percorso.
Voto: 3/5