La madre dei Caravaggio è sempre incinta – T. Montanari

Creato il 14 marzo 2013 da Amalia Temperini @kealia81

Da diversi giorni ho una predisposizione verso la saggistica; così oggi vorrei parlarvi di un breve volumetto di settanta pagine edito da Skirà (2012), appartenente alla collana Sms, che ho acquistato a Bologna nell’ultimo incontro di Arte Fiera.

La madre dei Caravaggio è sempre incinta è un attacco verso i media. Non occorrono perifrasi per capire l’intento dell’autore, Tomaso Montanari, classe 1971, studioso d’arte moderna alla Federico II di Napoli, formatosi alla Normale di Pisa, curatore e commentatore, su un blog, tra le pagine del Fatto Quotidiano (clicca).

Attraverso questo scritto mette in luce aspetti che ruotano attorno al sensazionalistico panorama della divulgazione di notizie dedicate all’arte. Insomma: tutto quello che ha poco a che fare con le istituzioni che si occupano seriamente di questi studi. E attacca volentieri – senza mezzi termini – chi si diverte a prestare il proprio patrimonio culturale a una prostituzione becera e consunta tra marketing e forme a pacchetto di attrazione turistica. A discapito – magari – di chi s’impegna ancora a rendere attivo il proprio ruolo di ricercatore.

Quello che cerca di affermare è che il controllo della veridicità dei fatti è alla base di un metodo scientifico solido, mai statico, piuttosto dinamico e aperto, che spetta allo storico dell’arte; non alle redazioni di un giornale o di un grosso network di comunicazione.

Questi ultimi, in realtà, annunciano spesso una scoperta di un’opera – o dettaglio di essa – sulla base di qualcosa che va – quasi – sempre oltre le circostante reali. Ciò che vuole far capire il volenteroso Montanari è che la credibilità e l’autorità di uno storico è minata da rumors di bassa lega, da annunci trasmessi come rivoluzionari, ma che di empirico hanno ben poco.
Caravaggio – come Raffaello, Michelangelo o Leonardo – diventa protagonista a sua insaputa di situazioni e dei luoghi più impensabili, sconosciuti anche al loro tempo. Così continua a citare esperienze e situazioni imbarazzanti cui grosse lobby cadono compiendo scivoloni impressionanti, e portando alla ridicola, personalità, indagini e approcci radicati nei secoli, raggiunti anche modo piuttosto difficoltoso, da chi ha cercato di guadagnarsi un posto di autonomia tra le suddette discipline di studio. A tutto poi, non tralascia di redimere neppure accademici e curatori noti, cioè coloro che portano il proprio ego in prima linea, soprattutto in casi in cui si è vicini alla politica attiva di uno Stato.

Personalmente prendo il documento di Montanari come argomento di riflessione, più che come oro colato. Ne faccio carico, e mi auguro che possa avere l’onestà intellettuale di ammettere i miei limiti davanti a situazioni simili, arrivando a chiedere aiuto o chiarezza, a chi compete, nel momento in cui mi trovo a dover lavorare su dati, testi e materiali, lontani dalla mia preparazione.

Buona Lettura!


Per approfondimenti: Rivista Mu6 – Aqbox TV


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