Magazine Cinema

LA MADRE (Mama)

Creato il 19 giugno 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Loc_ITA_LA-MADRE-page-001Haunted movie dalle tinte orientali

Diretto da Andres Muschietti e prodotto da Guillermo Del Toro, La madre (Mama, 2013) è un ghost-movie dalle tinte minacciose e oscure. Il tutto è realizzato con stile e accuratezza.

Dopo essere improvvisamente impazzito e aver ucciso due colleghi e la moglie, Jeffrey corre a casa e preleva le sue due figlie: Victoria (3 anni) e Lily, di un anno appena. Correndo sulla strada innevata, Jeffrey sbanda, ma si salva e raggiunge con le bambine un capanno disabitato. Qui può compiere l’ultimo atto: uccidere anche Victoria e Lily. Ma una presenza lo afferra e lo uccide. Cinque anni dopo le bambine vengono ritrovate in condizioni animalesche e piuttosto aggressive. Lucas, lo zio, ha intenzione di occuparsene insieme alla fidanzata rocker Annabel, la quale non ne è molto felice.

La madre è un film che si costruisce di atmosfere. Non spaventa eccessivamente e i trucchi si rivelano abbastanza elementari e classici, giustapposti in un crescendo di attesa. Ma anche se la struttura è classica e ricalca qualche vecchio canovaccio, nel quale suspense e pathos sono i principali ingredienti, c’è qualcosa in La madre che convince e invita alla visione. Non è l’interpretazione di Jessica Chastain (rocker dal capello corto e nero corvino) e nemmeno l’apparizione (dapprima sporadica, mentre nel proseguo del film più costante) del fantasma. Sono le due bambine che creano disagio e angoscia. I loro movimenti instabili, la loro crescita selvaggia e soprattutto il ghigno malefico che si disegna sul volto della più piccola Lily. Ed è sicuramente Lily l’elemento più destabilizzante della vicenda. Difatti se Victoria ha conosciuto (per poco tempo, tre anni) la società che gli girava attorno e l’affetto di un genitore, Lily non riesce ad aggrapparsi a questo sentimento pregresso e vive appieno l’affetto di Mama, un fantasma, che a modo suo, l’ha cresciuta e nutrita. Ed è qui che La madre assume le sembianze di un melodramma affettivo, ma non si fa sicuramente disprezzare.

Il pubblico ha paura di ciò che non conosce e Muschietti ci costruisce una storia, che ostenta un incipit esile e forzato, ma non per questo meno accattivante. Difatti il regista apre a qualche domanda (soprattutto riguardo all’uccisione e alla pazzia, controllata, del padre delle due bambine), ma si trattiene nel dare qualche risposta esauriente. Le prime sequenze divengono il pretesto per introdurre l’essere e la sua protezione incondizionata (che si tramuta in gelosia) nei confronti delle due bambine.

La madre, opera dai toni sommessi e contraddistinta da una fotografia livida e decisamente oscura, divisa tra operazioni di ricalco nei confronti della classicità ghost e della cinematografia di genere orientale (i tratti somatici di Mama ricordano gli esseri di The Ring (2002) e The Grudge (2004) e disagio angosciante, si fa decisamente apprezzare e si riconosce come prodotto, che può facilmente attrarre un pubblico variegato.

Uscita al cinema: 21 marzo 2013

Voto: ***


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog