La madre speciale

Creato il 18 gennaio 2012 da Maris

Cara Lilli,

sai cosa pensavo? Avere una bimba come la mia monella riccioluta, bella, sorridente, piena di vita, ma anche testarda, difficile da gestire, indietro su tante cose con tutto ciò che comporta il suo disturbo pervasivo dello sviluppo, mi ha dato l'opportunità di vivere la maternità in modo forse più consapevole dell'infinita grandezza del miracolo della vita. E questo non solo perchè in prima persona ho a che fare con una realtà complessa e delicata, ma ancor più perchè tra medici e centri di riabilitazione ho continuamente l'occasione di essere a contatto con realtà ben più serie e gravi.

Proprio dove c'è più sofferenza, si proprio lì, Lilli, io vedo l'amore sconfinato delle madri per i loro figli, doni tanto più preziosi quanto più è grande è la difficoltà della vita che gli si prospetta.

Ho letto per la prima volta anni fa un brano scritto da Erma Bombeck, giornalista scrittrice statunitense nata nel 1927 e deceduta il 1996, che era affetta da una malattia genetica, la sindrome del rene policistico. L'ho trovato bellissimo e ora ci ho ripensato e te lo voglio riportare:

::: La madre speciale :::

Viè mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli handicappati?

In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco.

"Armstrong, Beth, figlio. Santo patrono Matteo". 

"Forest, Marjorie, figlia. Santa patrona, Cecilia".

"Rutledge, Carne, gemelli. Santo patrono... diamo Gerardo. E' abituato alla scarsa religiosità". 

Finalmente, passa un nome a un angelo e sorride: "A questa, diamole un figlio handicappato". 

L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio. E' così felice". 

"Esattamente", risponde Dio sorridendo. "Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".

"Ma ha pazienza?", chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà".

"Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te".

Dio sorride. "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. E' dotata del giusto egoismo".

L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?" 

Dio annuisce. "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Sì, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare.

Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà 'mamma' per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni.

Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio, - le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco".

"E per il santo patrono?", chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria.

Dio sorride. "Basterà uno specchio". 

(Erma Bombeck)

 

Non aggiungo altro se non che rileggendolo ora, a distanza di anni, con la mia monella che mi saltella allegra intorno, mi è parso ancora più denso di significato e mi ha ancora più fatto riflettere: una madre è "speciale" non in sè per sè, Lilli...è suo figlio a renderla speciale.

PS: ne approfitto per segnalrti un blog che ho conosciuto tramite la mia amica Mammadifretta...si tratta di Le mamme degli angeli...fare un giro tra quei post ti fa capire cosa significhi essere madri (e padri) speciali per davvero, all'ennesima potenza....e tutto il resto ti sembra sciocco e vano di fronte a storie di quella portata...


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