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La mafia non ha colore politico, è un fatto di persone.

Creato il 20 settembre 2012 da Peppinoimpastatoproject

La mafia non ha colore politico, è un fatto di persone.

a cura di Dale Zaccaria

Lei è uno scrittore e anche un editor  di testi che conosce abbastanza bene l’ambiente poetico e letterario.

Si ma preferirei restare in anonimato così da evitare possibili ripercussioni.

Si, cosa può dire e raccontare, visto che come dire questi ambienti son sempre un po’  di nicchia.

Forse proprio perché sono di nicchia loro pensano di fare e strafare, e come dire continuare a fare i loro comodi.

Loro chi?

Ecco partiamo da alcuni critici, guarda caso questi sono sempre presenti ovunque e dove sono presenti loro, sono presenti le loro protette, chiamiamole così. Personaggi squallidi, donne che si pensano poetesse e scrittrici e non sanno scrivere, ma sono avvallate da tutto un sistema di persone e personaggi che le spingono.

Così però è un po’ troppo generico, magari se non vuole fare nomi e cognomi, dia dei riferimenti, così da capire.

Prendiamo un giovane critico del 1968 che insegna anche storia della critica e collabora anche con Radio Tre, e diverse giornali e  riviste come Il Manifesto o la rivista Poesia, basta guardare bene e vedere che sia a Radio Tre che sia sul Manifesto, sia su la rivista Poesia troviamo una delle sue protette/ amiche, 2+2 fa ancora quattro mi sembra.

Come a dire che la mafia non ha colore politico insomma

Esattamente la mafia non ha colore politico, non è un fatto di destra o di sinistra ma un fatto di persone. Certo il fatto che sia presente a sinistra è molto grave, ma poi parliamoci chiaramente di quale sinistra parliamo? In Italia la sinistra è morta con Enrico Berlinguer.

E quindi vuole dirci che questi personaggi si muovono con dinamiche mafiose?

Ovvio. Anzi è evidente. E chi è dell’ambiente lo sa bene. Certo tanti retroscena appunto le persone, il vasto pubblico non può conoscerle. Ma sono sempre gli stessi nomi e cognomi che girano, e basta collegare un attimino, insomma non ci vuole molto, ma credo che loro si facciano proprio forza dell’ignoranza degli altri. L’Italia è un popolo che legge poco, legge pochissima poesia, e la cultura oramai è un fatto del tutto selvaggio. Guardi in che condizioni siamo.

Lei ritiene che sia ora di far capire alle persone, insomma di dare loro strumenti di conoscenza.

Credo proprio che sia giunto il momento che le persone possano e debbano valutare, essere critici, non prendere tutto insomma come verità calata dell’alto, sono reti, reti di conoscenze, dove troviamo sempre le stesse persone in determinati posti, e questo ovviamente, crea dei muri, degli ostacoli, magari a persone talentuose, o a intelligenze letterarie, che si trovano così tagliate fuori.

Come ci si può contrappore a questo secondo lei?

Semplicemente bucando la rete, informando appunto. Questo credo avvenga in tutti i settori sociali e lavorativi non solo in quello che è come dire l’ambiente culturale. E poi bisogna premiare chi merita, si parla tanto di merito, bisogna far crescere le persone valide, non quelle che non valgono, così cresce anche il paese, ma poi voglio dire, se siamo in queste condizioni disastrose è proprio perché è quasi stato sempre il contrario, avviene il contrario. Ed ecco che il nostro paese non può essere che un paese mediocre.

www.mafialetteraria.wordpress.com

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