LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE (Italia 2013) è stato presentato al XXXI Torino Film Festival, nella sezione Torino 31.
La storia di un ragazzo. La storia di Palermo. La storia d’Italia. Diverte e commuove l’esordio sul grande schermo dell’autore televisivo Pierfrancesco Diliberto, detto Pif, che affronta con meravigliosa e inedita leggerezza (termine che, ne converrete, non è affatto sinonimo di superficialità) uno dei temi più dolenti del nostro paese: la mafia.
La vicenda si svolge tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Novanta, il quindicennio che vide l’inasprirsi della lotta alla criminalità organizzata e in cui trovarono morte violenta, tra gli altri, Pio La Torre e Carlo Alberto dalla Chiesa (1982), Rocco Chinnici (1983), Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (1992). Molti di questi personaggi (e anche altri, come Totò Riina e Salvo Lima) appaiono nel film, talvolta interpretati da attori più o meno somiglianti, talvolta attraverso filmati d’epoca: La mafia uccide solo d’estate è dunque un riuscitissimo ibrido di fiction e documentario, che intreccia con naturalezza la vicenda personale di Arturo, aspirante giornalista innamorato di Flora, e quella collettiva del paese in una delle sue epoche più drammatiche.
![la mafia uccide solo d’estate la mafia uccide solo d'estate](http://m2.paperblog.com/i/207/2075132/la-mafia-uccide-solo-destate-L-sC_BPB.jpeg)
Una commedia, per di più romantica, sulla mafia? Possibile? Sì, possibile. Perché Pif guarda dritto negli occhi il volto più tragico d’Italia con coraggio, grande rispetto e una profonda conoscenza dei fatti narrati, senza mai scadere nell’ovvio, nel patetico, ansioso di trasmettere un messaggio importante ma con l’aria di chi sta parlando della più scontata delle verità: la mafia è brutta e fa male, ancora non lo sapevate? E tutte queste lapidi che costellano Palermo – che ci vengono mostrate in un finale da farsi venire le lacrime agli occhi – sono qui a testimoniarlo.
Non manca qualche ingenuità, in La mafia uccide solo d’estate, che è l’opera di un esordiente e spesso si vede (alcune scene e battute sono un po’ scontate, e la costruzione dei personaggi, specialmente di Flora, interpretata da Cristiana Capotondi, lascia abbastanza a desiderare), ma non fa niente, perché si tratta di un film sincero e importante, di quelli da far vedere alle scuole. Per limare lo stile di un regista promettente ci sarà tempo.
(Come ha sottolineato lo stesso Pif a fine proiezione, La mafia uccide solo d’estate è un film pizzo-free. Mi sembrava giusto ricordarlo.)
Alberto Gallo