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So che, il più delle volte, vi parlo d’amore. E spero lo apprezziate. Ma questa volta no. Questa volta voglio parlarvi di qualcos’altro. Voglio parlarvi di un film che racconta di un luogo bellissimo, ricco di storia e di persone meravigliose, calde come il sole che le accarezza tutto l’anno. Che racconta di quanta forza può esserci in ognuna di queste persone. Che racconta di giustizia, anche. Di qualcosa che potreste leggere nei libri di scuola e che ancora non capireste, perché vi sembrerebbe soltanto un racconto, e invece no. E’ tutto vero.
Questo film racconta la Sicilia. Quella degli anni ’90. Non so voi ma io ho letto molto a riguardo, mi sono documentata, ho visto film e interviste, ho partecipato anche a convegni. Volevo conoscere, volevo sapere, volevo i dettagli di un Paese che aveva attraversato una stagione nera come la notte. Volevo capire perché e come si era arrivati al punto in cui bastava pestare i piedi alla Mafia per essere fatti fuori così, come i pupazzi del tiro a segno in un Luna Park di periferia. Si tratta di un periodo che non ho vissuto ma che mi ha sempre lasciato l’amaro in bocca, il momento in cui vedi i buoni cadere come birilli. Credo faccia un certo effetto a tutti. Fatto sta che sabato decido di andare al cinema e, non sapendo cosa scegliere, io ed alcuni amici decidiamo di vedere un film ,“La mafia uccide solo d’estate”, di Pierfrancesco Diliberto (che tutti conoscere come Pif, la iena).
All’inizio, in realtà, non mi attirava moltissimo, credevo che mi sarei annoiata a morte, pensavo a chissà come avrebbe impostato l’argomento, magari ci avrebbe girato attorno, tra battutine sciocche e stupidi momenti pseudo drammatici. Mi sono dovuta ricredere, e come. Tant’è che sono qui a parlarvene.
Si tratta di un film stupendo, con la F maiuscola. Non è un mero documentario e non è una banale storia d’amore, non è uno sterile elenco di nomi e non è soltanto il racconto di una crescita, è molto di più. E’ l’intreccio di realtà diverse, è lo srotolarsi di eventi fuori dalla volontà di molti, è commozione, è risate sommesse, è tenerezza, è dolore. Pif riesce a trasmettere tutto questo coniugando l’ironia che lo contraddistingue alla drammaticità di fatti che hanno sconvolto una città, Palermo, e un Paese per anni. Vedere questo film è come tornare indietro nel tempo, è come finire dritto dritto in quella piazza, in quel bar, accanto a quel palazzo, tra la folla che protesta contro uno Stato colluso con la Mafia, o ai funerali di Borsellino. Fa male al cuore, a tratti. Ma credo fermamente che vada visto. Credo che il passato vada ricordato. Per onorare chi ha combattuto e per prendere coscienza, ogni giorno, del fatto che questa o quella fiction non sono opere di fantasia, ma vita vera.
Vita vera. Correte a vederlo. Merita il vostro tempo. E poi tornate qui, a dirmi cosa ne pensate voi. Alla prossima!