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Il passaggio dalla recitazione alla regia è stato complicato?
Non si passa da una cosa all’altra in realtà ma si seguono le proprie ispirazioni. Daltronde io sono un creativo e mi piace fare sempre nuove esperienze. Prima di fare l'attore lavoravo sul set come assistente di regia e durante quel periodo ho fatto un pò di tutto, occupandomi di ongi aspetto dell'arte cinematografica. Dirigire un film mi permette di essere realmente dentro una storia e in più mi da l'opportunità di condividere il mio tempo con le persone che amo e con le quali ho stabilito un legame fatto di lavoro e complicità. Per mia fortuna tutto questo avviene spontaneamente e senza le dietrologia che normalmente i giornalisti gli attribuiscono. Questa cosa mi fa sentire come se fossi sottoposto a una seduta psicanalitica ed è per questo che non amo le interviste. Come sei arrivato a realizzare "Chambre bleu"
Non ci sono arrivato ma è successo il giorno in cui Paolo Branco, il mio produttore, mi ha chiamato dicendomi che era arrivato il momento che facessi un film di genere e che dovevo farlo in fretta e senza perdere troppo tempo. Inizialmente il libro di Simenon ha attirato la mia curiosità non solo per il nome del suo autore ma soprattutto perchè il numero delle pagine era così esiguo che l'avrei potuto leggere velocemente. In realtà sono stato subito rapito dalla storia. di quell'uomo semplice e di successo che mette in discussione le sue sicurezze per intrecciare una relazione erotica e sentimentale con una vecchia compagna di scuola e che per questo finirà arrestato e messo sotto processo insieme alla sua amante. Il libro di Simenon è molto audace e scritto in modo che il lettore possa sentire la carnalità di quella torbida relazione. Nel film ho cercato di ricreare questa caratteristica.
Hai lavorato nell'ultimo film di Roman Polanski. Ce ne puoi parlare
In realtà sono stato chiamato a sostituire un attore che si era ammalato dopo nove giorni di riprese. Ovviamente mi ha fatto piacere perchè Roman è un regista formidabile. Stare sul un set con lui è emozionante perchè lui viene dal teatro ed è un maestro nell'organizzare lo spazio scenico e nella costruzione della performance attoriale. L'alchimia che ha con sua moglie Emmanuelle e affascinante e allo stesso elettrizzante perchè il rischio è quello di farsi condizionare dalla forza di quel legame.
Sono in molti a considerarti l’attore feticcio di Arnaud Desplechin.
Lo conosco da anni e mi piace molto lavorare con lui. Abbiamo un rapporto molto stretto che assomiglia a quello tra un padre e un figlio. Fu lui a chiedermi di fare l'attore e da quel momento si è stabilita una corrispondenza che mi permette di cogliere i suoi pensieri e di tradurli sul set prima che lui me ne parli. In questo modo fare cinema diventa facile; lui è un grande autore ed io ne ho la massima stima e rispetto.
Si dice che parteciperai alla prossima edizione del festival di Cannes con il film di Raymond Depardon. E' vero?
Per adesso non si sa ancora nulla. Bisogna aspettare il 16 Aprile per saperne di più. Nelle rassegne internazionali ci sono sempre delle sorprese e tra giorni scopriremo tutto.
Si puà dire che per girare "Tourneè" ti sei ispirato a Federico Fellini
Penso che Fellini non sapesse neanche cosa fosse il burlesque. Queesto per dire che pur conoscendolo non è l'autore a cui mi sono ispirato, così come neanche a Cassavetes che all'epoca della presentazione fu indicato come nume tutelare del film. La verità è che io mi invaghisco delle storie e le giro.Tutti qui, semplicemente e senza nessuna filosofia.
nickoftime, Adele De Blasi
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