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La passione per la danza è una cosa vecchia come l'uomo. O meglio, vecchia come la musica.
La danza come socializzazione, rito tribale, religioso o più semplicemente di gratifica e complicità con il proprio corpo.
Io non ballo. Appartiene, la cosa, a quell'universo di cose che non so fare. O meglio, che non mi sono mai deciso di fare.
Quindi mi è difficile da descrivere cosa una persona prova nel ballare. Penso, però, che la danza appartenga a quella schiera di azioni ed attività che permettono, a chi la pratica con passione, di esprimere in libertà le proprie sensazioni, anche quelle che non riuscirebbe a descrivere a parole.
Li vedo, questi ballerini, in attesa del loro momento di entrare in pista. Si sente la loro emozione, il tremolio delle loro gambe, il loro timoroso silenzio, il battito cardiaco accelerato.
Vedo le loro facce nel momento in cui devono entrare, vedo il loro ultimo, profondo respiro.
Un attimo dopo il loro ingresso parte la musica, e loro si mettono a ballare. Capisci subito che ora tutto è passato, i loro corpi sono come trasportati dalle note dalla musica. Si vedono passi che si susseguono a passi, e non capisci più se sono loro a muoversi a tempo di musica, o la musica che segue i loro passi.
Che bello!
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