Benvenuta su WSF Stefania
Come e quando nasce il tuo percorso artistico?
Il mio percorso artistico inizia come fumettista e grafico, nel tempo ho deciso di portare su tela le mie illustrazioni.
Il mio primo progetto pittorico è stato FIXCRYSTAL, seguito poi dal mio secondo progetto pittorico LA MALA EDUCACION.
Cultura pop e Cyberpunk spesso si sfiorano e mutano in qualcosa di nuovo nelle tue produzioni pittoriche. Come scegli il soggetto da riprodurre su tela?
Le donne che rappresento nei miei quadri sono frutto della mia immaginazione, contaminazioni visive avvenute nel tempo e che si sono radicate nella mia memoria .
Come nasce tecnicamente un tuo lavoro?
Io lavoro prettamente su tela con colori acrilici, dominante è l uso dei colori fluo che reagiscono alle lampade wood, mi piace il gioco di colori che cambiano una volta sottoposti a queste luci fredde.
Quali artisti hanno maggiormente influenzato il tuo modo di creare?
Tra i miei miti il grande Enki Bilal ma anche Moebius , Ray Caesar e Mark Ryden
“FixCrystal” il tuo avatar virtuale ma allo stesso tempo realissimo, come nasce e perché?
FixCrystal è il mio Avatar (parola che ha radici nella religione induista e significa letteralmente il Dio ‘disceso’ sulla terra incarnatosi in un corpo materiale) è un cyborg piuttosto arrabbiato, seducente, ma pronto a difendersi da qualsiasi tipo di attacco esterno. Rievoca più o meno consapevolmente per la vivacità dei colori e le suggestioni visive la saga fanta-horror di Predator o gli androidi di Blade Runner, (il cult movie di Ridley Scott) che rifiutano la morte perchè si sentono diversi e migliori degli umani .
Cosa pensi che “FixCrystal” invidi a Stefania e viceversa?
FixCrystal non respira l’aria e non calpesta la terra, non ha circolazione sanguigna, vive in un mondo parallelo al reale un mondo virtuale dove il suo essere diventa libero di poter sprigionare la propria energia, esprimere le proprie fantasie , senza quei limiti che purtroppo la realtà impone, prendendosi solo piaceri che appagano il suo ego .
I legami, le bende sugli occhi, le punte, gli artigli, le mascherine sulla bocca, per finire ai piccoli teschi appuntati su corsetti stringati ,che esaltano le sue forme generose rappresentano la costrizione dell’ anima. Una fioritura di passionalità, di inquietudine, di paure ed insicurezze, di sensualità e di pensiero. Una dimensione virtuale nella quale l’artista si guarda in un grande specchio sfaccettato e avvolgente che frantuma l’immagine del suo volto e glielo restituisce moltiplicato per mille in una metamorfosi visiva senza fine. Creatività e femminilità all’ennesima potenza, un invito al maschio a farsi avanti, ad osare andando oltre la ‘corazza’ per arrivare al cuore di una donna ma anche una profonda riflessione sulla nostra ambivalenza nei confronti del corpo – un ‘cristallo’ fragile da riparare.
p.s. l’una non può invidiare l’altra in quanto entrambe sono l’alter ego dell’altra .
“Una linea è un punto che è andato a fare una passeggiata.” Paul Klee. Le tue linee dove nascono e come si muovono sulla tela fino a creare figure perfette?
Da sempre disegnatrice di fumetti e di illustrazioni si coglie un tratto deciso e pulito caratteristiche molto evidenti nei miei lavori che danno uno stile molto illustrativo
I tuoi dipinti paiono essere rappresentazioni di te stessa in tante diverse sfumature. Donne indipendenti, libere da antichi stereotipi. Secondo te, quanto ciò che crei rappresenta e stigmatizza il mondo che ci circonda?
Il mondo che ci circonda è per me poco aperto a nuove visioni,il mio lavoro è improntato su una forma di comunicazione diretta e invasiva che dia la possibilità al fruitore libera interpretazione, interpretazione data da messaggi molto chiari e leggibili.
Cosa ti ha portato a creare la serie di dipinti che compongono “La mala educatiòn”?
Le mie donne rappresentate nella mala educacion si staccano dalla perfezione estetica del primo progetto FixCrystal per diventare reali e dare più voce ai propri sentimenti, si muovono in un mondo bizzarro giocoso e cinico quasi uno sberleffo, sono donne dirette ciniche, spesso aggressive e spregiudicate.
Una sorta di vendetta nei confronti della cieca superficialità di una società mediocre che si nutre del comune, dell’ordinario, del convenzionale, rifutando di conseguenza tutto ciò che c’è di originale, insolito e raro.
Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi futuri progetti?
Al momento sto lavorando a “Le petit portrait “ una serie di autoritratti dove darò libero sfogo alle mie intuizioni visive, un lavoro di introspezione che metterà a nudo parte del mio essere.
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Christian Humouda