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La malafede. Dialoghi di una bella cortigiana col Potere

Creato il 26 gennaio 2012 da Peppinoimpastatoproject

La malafede. Dialoghi di una bella cortigiana col Potere


La malafede. Dialoghi di una bella cortigiana col Potere. Introduzione di Angela Molteni in e-book la riduzione letteraria.

Come dire, la sua arte è come il quattro di denari

vale poco, ma qui sta il suo gioco:

è una bella in malafede amica del Potere.

La malafede è ciò che identifica il potere e la cortigiana. La forma dialogica è usata come rafforzativo di una stessa identità, quindi cortigiana e potere coincidono nella malafede (slealtà bugia falsità)La cortigiana è strumento del potere che afferma e nega attraverso di esso la sua ambivalenza. Amica e nemica del popolo raccoglie prove affinché il potere possa punire e processare. Punire e processare chi lotta per la libertà e la verità. Perché la verità va messa a tacere, la verità non si deve sapere. L’opera di confusione della cortigiana sta anche qui nella sua ambivalenza, amica del potere e amica del popolo, innesca, nel suo doppio, il gioco del potere. Bellezza, compassione, vicinanza con il popolo diventano solo armi per far si che il potere si possa infiltrare e seguire la sua opera di controllo su gli animi che bruciano al rinnovamento. La cortigiana è solo una metafora che vuole far riflettere su come il potere adopera i suoi strumenti affinché la verità venga adombrata e indebolita. L’invidia è così anche qui una metafora della non-conoscenza in quanto il termine in-video, non vedere, è chiaramente la chiusura alla conoscenza che non è solo nel potere e nella cortigiana, ma nel sentimento stesso trasportato nella ribellione, nella lotta al rinnovamento. La malafede presuppone il calcolo (inteso come ragionamento, valutazione, pre-determinazione) tutto presente nell’uso delle forme dialogiche. L’affermazione e la negazione di alcune frasi ripetute più volte quasi ad esasperare vogliono infondo ridicolizzare sia il potere che la cortigiana, le loro trame, portate all’accesso dai dialoghi, fanno del potere e della cortigiana figure assurde e grottesche chiuse nel loro corto-circuito di controllo e di dominio sul popolo.

Dale Zaccaria

Angela Molteni È nata e vive a Milano. Autodidatta, non ha alcun titolo accademico, ha soltanto una lunga e intensa esperienza lavorativa. Negli anni Sessanta e Settanta si è dedicata anche ad intensa attività politica e sindacale. Il suo unico figlio, ora ultraquarantenne, è dirigente di una Casa editrice milanese. Per tutta la vita ha lavorato con Case editrici, per oltre vent’anni come dipendente (Longanesi, Mursia, Bietti) e dal 1976 come collaboratrice esterna (Garzanti, Fabbri, Rizzoli, Longanesi, Bruno Mondadori, Sperling). Dalla seconda metà degli anni Ottanta, con l’avvento dell’informatica anche nei fino ad allora riluttanti ambiti editoriali, ha riconvertito grazie a un computer il suo lavoro su carta (fotocomposizione e revisione testi, impaginazioni, ricerche iconografiche, statistiche). Dal 1998 ha iniziato inoltre a creare siti web per aziende operanti in settori diversi, ed altre pagine per Internet dedicate a luoghi o personaggi di interesse personale (oltre a Pier Paolo Pasolini, Antonio Gramsci, Federico García Lorca, Ernesto Guevara, Giuseppe Verdi). Ha tenuto corsi di informatica per non vedenti presso strutture dell’Università Bocconi (2000) e curato una rivista informatica, Temporis (dal 2000 al 2006). Dal marzo 2007 ha realizzato il sito web per il Centro Studi Pasolini presso la Cineteca di Bologna, che ora è, insieme a “Pagine corsare”, ospitato in www.pasolini.net.

in immagine Lucas Cranach the elder – La cortigiana and the old man 1530.


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