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La maledizione del 4 gennaio: a Los Roques spariscono aeri con italiani a bordo

Creato il 05 gennaio 2013 da Alessiamocci

La notizia è freschissima. Ieri 4 gennaio 2013 presso l’arcipelago di Los Roques in Venezuela è scomparso un piccolo aereo turistico. A bordo, oltre ai 2 piloti, c’erano 4 italiani: il figlio maggiore dello stilista MissoniVittorio Missoni, con la moglie ed un’altra coppia.

La maledizione del 4 gennaio: a Los Roques spariscono aeri con italiani a bordoL’aereo, di cui non si hanno più notizie da ieri mattina, è partito da Los Roques e doveva raggiungere l’aeroporto internazionale di Maiquetia, a 20 km da Caracas.

Un breve viaggio di 140 km che avrebbe dovuto riportare i 4 Italiani all’aeroporto per il ritorno in Italia, dopo che avevano trascorso le vacanze natalizie su quelle isole venezuelane.

Purtroppo di loro non si sa nulla.

Ieri sono partite le ricerche, subito bloccate con l’arrivo della notte e rimandate alle prime luci dell’alba. L’ultimo messaggio è stato mandato quando l’aereo si trovava a 10 miglia a sud dell’arcipelago, dopo il silenzio.

La maledizione del 4 gennaio: a Los Roques spariscono aeri con italiani a bordoMa qualcosa ci sembra troppo familiare. La notizia ci riporta indietro a 5 anni fa, ad un caso a dir poco analogo: sempre il 4 Gennaio, sempre sulla stessa tratta, sempre nello stesso arcipelago di Los Roques, scomparve un biplano con a bordo 14 persone, tra cui 8 italiani.

In Venezuela è il 4 Gennaio 2008, sono le 9.28 ora locale, le 14.58 ora italiana. L’aereo della compagnia Transaven, un bimotore ad elica YV2081, marca LET-410 UVP-E e costruito nel 1987 in Cecoslovacchia (numero di serie: 872015), dopo il decollo dall’aeroporto Maiquetia (a 20 km da  Caracas) si sta avvicinando all’arcipelago di Los Roques, nel Mar dei Caraibi. Destinazione: aeroporto di Gran Roque, la più grande delle isole dell’arcipelago.

Il pilota, il venezuelano Esteban Lahoud Bessil Acosta, di 36 anni, riporta alla torre di controllo di Los Roques la posizione: 45 miglia nautiche di distanza (circa 83 km). Quota 7.500 piedi (circa 2290 metri). A bordo oltre al pilota altre 13 persone. Il copilota, venezuelano, Osmel Alfredo Avila Otamendi, 37 anni e 12 passeggeri. Otto sono italiani: si tratta di Stefano Fragione, di 33 anni e la moglie, Fabiola Napoli, di 34; una famiglia di Ponzano Veneto: Paolo Durante, la moglie Bruna Guernieri e le due figlie, Sofia di 6 anni ed Emma di 8; poi Annalisa Montanari di 42 anni e Rita Calanni, di 46, di Bologna. Infine un turista svizzero, Alexander Niermann e tre cittadini venezuelani, Karina Ruiz, Yza Rodriguez Fernandez e Patricia Estela Alcala Kirschner.

La maledizione del 4 gennaio: a Los Roques spariscono aeri con italiani a bordoAlle 9.38 (15:08 ora italiana) il pilota lancia un sos in cui avvisa di avere entrambi i motori in avaria, forse per un problema con il carburante, aggiungendo che tenterà l’ammaraggio. In quel momento il bimotore si trova a una trentina di chilometri dall’aeroporto di Gran Roque. Quota: 3000 piedi (915 metri), in diminuzione. È l’ultima comunicazione.
Poi, il silenzio.

Di loro, ancora oggi, non si sa nulla: l’aereo non è mai stato trovato, così come i passeggeri (solo il corpo del copilota è stato ritrovato in mare) ed i loro bagagli.

È degli ultimi giorni la notizia che su quel volo, in realtà, c’erano 18 persone, 4 in più e probabilmente si tratta di 4 narcotrafficanti che hanno dirottato l’aereo, usandolo poi per una partita di cocaina.

Le ricerche per quel volo riprenderanno il prossimo 29 Gennaio, dopo un accordo con la Farnesina.

Solo una coincidenza?

La maledizione del 4 gennaio: a Los Roques spariscono aeri con italiani a bordoVittorio Missoni ama il mare e la sua barca in Laguna, è il figlio maggiore di Ottavio e Rosita Jelmini, per 20 anni ha promosso il brand Missoni nel mondo. Una vita a metà fra la moda e il mare ricorda Vittorio «i pomeriggi passati su e giù per il lago di Como a provare nuove carene, nuovi motori. Abbiamo proprio girato il mondo: Inghilterra, Emirati Arabi, sia con i monocarena che con i catamarani. Mi ricordo che andavamo fino negli Stati Uniti a recuperare gli scafi che ci interessavano e poi il lago diventava il nostro banco di prova».

Poi le cose cambiano, e la barca si coniuga con famiglia: «Per me la barca è diventato un momento per stare con i miei figli e la mia compagna, per raggruppare la famiglia. Navigare a 7 o 8 nodi ti permette di apprezzare il viaggio e magari nel frattempo di cucinare».


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