L’arcobaleno è formato nella tradizione popolare da sette colori, ma la scienza tende a riconoscerne solo sei: rosso, giallo, verde, blu, viola e arancione. Come mai questa differenza?
Breve deviazione: io mi riconosco perfettamente, ma simpaticamente, in questa immagine (nell’uomo, è chiaro):
Aggiungete poi un pizzico di daltonismo, ed ecco completato il quadretto “Ippaso e i colori”.
Bene, e ora torniamo a parlare dell’arcobaleno e diamo una spiegazione ai sette colori.
Sappiamo che quando Newton codificò i colori aggiunse l’indaco solo durante la stesura finale. Le fonti ufficiali dicono che fece ciò in ossequio alla magia del 7 e alla simmetria del mondo (il mondo fu creato in 7 giorni, ci sono 7 note, i 7 nani…). Io invece ho immaginato che una sera, dopo una pioggerellina fine, Isacco accennò alla moglie la propria scoperta. Seduti su una panchina, il sole che tramonta alle spalle, e davanti agli occhi uno splendido arcobaleno. Abbracciati, la testa di lei appoggiata alla spalla di lui. Lui molto poeticamente descrive il ponte dell’arcobaleno, ma appena il discorso sfiora i sei colori… lei solleva la testa e lo corregge: sono sette.
Rosso, giallo, verde, blu, viola, arancione… e indaco.
Sette.
Lui trasale. Indaco? Cos’è? E dov’è? Lei lo indica, lì dopo il viola, ma lui niente, non lo vede: dopo il viola l’arcobaleno è finito. Ma lei è convinta: come puoi non vederlo? Lui non capisce proprio dove ci possa essere spazio lì in fondo per un settimo colore, ma lei insiste, anzi dice che è anche uno dei colori più accentuati.
Alla fine naturalmente lui le ha dato ragione, e ha aggiunto sul trattato anche questo misconosciuto indaco…
Io sono anni che quando vedo un arcobaleno tento di contare i colori, ma a sette non ci sono mai arrivato…
P.S.
Ho cercato indaco su google, ecco i risultati.