La maledizione dell’Ulivo affonda il Pd elitario, liberale e maschilista

Creato il 26 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Come poteva andare altrimenti? Sia l’Ulivo che l’Unione che il Pd sono stati creati da un ristretto gruppo di dirigenti, non da un movimento popolare di forze sociali e politiche animate da un programma chiaro. Il contrasto fra le correnti originarie, poi, derivate dai partiti, non è mai mancato e nelle primarie è di nuovo esploso. il giornale di riferimento Repubblica canta le lodi anche se il partito è diviso in due e con idee confuse sui rapporti con l’Europa da un lato e con i cittadini in crisi dall’altro. Il problema più serio però sta nel programma e nella costruzione delle candidature. È sin troppo chiaro e noto, lo afferma anche Marco Travaglio, lo si vede chiaramente a Cremona, che il Pd non candida se non chi porta pacchetti di voti pronti, confezionati da associazioni di tipo ben diverso. Fabio Pizzul, prima dell’ex monarchico Ambrosoli, era presidente dell’azione cattolica, stesa origine di Daniele Burgazzi, segretario cittadino a Cremona. L’ottima Stefania Bonaldi viene dalla Fuci. Nulla di male, ma bisogna conquistarsi autonomia. Bonaldi dà una chiara sensazione di autonomia, il partito no, Magnoli a volte sì il partito no. Alessia Manfredini fa un lavoro di critica scientifica contro il massacro dell’ambiente, il genocidio degli esseri viventi in nome del potere e del denaro (lei parla un linguaggio molto più tecnico e moderno, sia chiaro), il partito di ambiente quando mai si era interessato? Ha mercanteggiato e dato alle industrie ciò che volevano. Si è tenuto l’inceneritore, e guai a chi lo tocca.
Le associazioni cattoliche sono libere, ma perché il Pd le deve usare come serbatoi di voti? Il Pd può replicare che il partito dà la sua impronta alla persona che lo sceglie. Ma l’identità politica non si vede, non è chiara.
Senza laicità non c’è nemmeno libertà religiosa. La laicità è costituzionale ma non è nello statuto del Pd! Solo nella carta dei valori! E senza laicità che libertà c’è? Addirittura se ti dici laico passi per anticlericale. Perché anti-islamico no? Perché ci si dimentica addirittura che esistono religione diverse e tutte libere, anche di chiedere un centro culturale, come a Crema.
Renzi ha già battuto Bersani con po’ di abile marketing politico made in Mediaset, che D’Alema definì “una risorsa per il Paese”, quindi non può criticare troppo Renzi.Il sindaco di Firenze rivolto a chi non ne può più delle promesse di riforme che non si fanno mai, e se si fanno sono spesso anti-popolari.
Non ha identità un partito che non riesce a votare una candidata donna, sostenuta da molte donne assai abili in politica, come si vede qui in provincia. Puppato dava veramente troppo fastidio al sistema di potere consolidato, entro il quale Renzi, che ricordo genuflesso davanti a Marchionne a da anni impegnato in lotte pretestuose contro la Cgil, è a casa sua, amicizia con Israele compresa.
Con la Chiesa di questi tempi non si fanno riforme, è abbastanza evidente. Eppure la rincorsa al voto cattolico, al voto federalista, al voto dei liberisti delusi, dura da vent’anni senza successo!!!
Un partito che schiera politici capaci come quelli sopra nominati non può languire così. Non si farà mai una riforma se si inseguono gli avversari fino a snaturarsi.
Il Pd mostra coraggio per lo più grazie alle donne, e in generale pare migliore sui territori che a Roma. Ma come diceva Nanni Moretti “con questi dirigenti non vinceremo mai”, Renzi compreso. E se vince, si rifà il gioco di Monti.

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