I luoghi del mistero La maledizione della Gaiola
La Gaiola è una delle isole minori di Napoli, si trova proprio di fronte alla famosissima Posillipo nel cuore del “Parco sommerso di Gaiola”, un’area marina protetta che si estende su una superficie di 41,6 ettari dal pittoresco borgo di Marechiaro sino alla splendida Baia di Trentaremi. Alle sue origini l’isola era nota come “Euplea” ossia come protettrice della navigazione e sicuro rifugio, per questo vi fu eretto un piccolo tempio; l’isola è così vicina alla costa da essere raggiungibile a nuoto in poche bracciate, ed è ricca di storie e di leggende. Verso gli inizi del XIX secolo era, infatti, abitata da un eremita soprannominato dalle genti locali “Lo Stregone”, che viveva dell’elemosina dei pescatori del luogo (chissà, magari era questo un modo per ingraziarselo?). Verso il 1847, sull’isola venne costruita una villa, visibile a tutt’oggi e che ebbe tra i primi proprietari il celebre Norman Douglas, autore della Terra delle Sirene. La villa della Gaiola sorge su un terreno e su un’isola i cui misteri hanno radici antiche che risalgono ai tempi romani, tempi in cui l’isola era abitata dal Vecchio Publio Vedio Pollione, un uomo della cui vita si sa poco, e che coltivava un grande amore per le murene che allevava in vasche scavate nel tufo, e a cui dava, di tanto in tanto da mangiare, qualche suo schiavo particolarmente maldestro. La fama spietata del Pollione contribuì molto a rafforzare i miti negativi sulla costa tra Trentaremi e Marechiaro. Fino al XIX secolo era ben visibile accanto all’isola della Gaiola un edificio romano semisommerso chiamato la Scuola di Virgilio. Secondo leggende medievali sul poeta-mago, questo era il luogo dove il vate insegnava arti magiche, creando pozioni ed eseguendo riti magici; proprio queste pozioni finirono per inquinare lo specchio d’acqua introno alla Gaiola finendo per gettare un potente maleficio su tutti coloro che vi si trattenevano per molto tempo. L’isola della Gaiola è un posto magico e di una bellezza eccezionale, ma non si può non dire che è anche un luogo un po’ sinistro, che gli stessi napoletani considerano decisamente jellato; che siate profondamente credenti o fortemente scettici, non potrete che venire rapiti dalla suggestione di questo scoglio, un suggestione da brivido se si pensa che la Gaiola è famosa oltre per la sua bellezza, per la Maledizione che le aleggia intorno. Ed in effetti, scettici o no ascoltate quanto segue e poi ditemi:
- Verso la fine del XIX sec. il primo proprietario e costruttore della villa, Luigi de Negri, mandò in rovina la sua Società della Pescicoltura del Regno d’Italia nel Mar di Posillipo, che aveva sede proprio alla Gaiola.
- Nel 1911 il Capitano di Vascello marchese Gaspare Albenga, per far ammirare la costa alla marchesa Boccardi Doria, fece incagliare l’incrociatore corazzato San Giorgio sulla secca della Cavallara, proprio in prossimità della Gaiola.
- Nel 1926 la villa era collegata alla terraferma da una rudimentale teleferica. In una notte di tempesta il cavo si spezzò mentre una signora tedesca, Elena Von Parish, stava rientrando sull’isola. La donna venne rapita dal mare e sparì. Hans Praun e Otto Grumbach, che ospitavano la donna alla Gaiola, furono talmente scossi dalla vicenda che si suicidarono: uno subito, e l’altro qualche tempo dopo aver fatto ritorno in Germania.
- Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, abitò sull’isola negli anni 1950, ma finì in una clinica psichiatrica dove si suicidò convinto di essere finito in bancarotta.
- Il barone tedesco Paul Karl Langheim negli anni a cavallo del 1960 fece brillare di vitalità quell’angolo di Posillipo, organizzando feste ed incontri mondani. Un periodo tanto splendente da mandarlo rapidamente sul lastrico.
- Fu allora che Giovanni Agnelli acquistò la villa (Agnelli è famoso anche per aver subito numerosi lutti in famiglia) che la tenne pochi anni e la rivendette a Paul Getty, magnate del petrolio, nel 1968. A lui tutto filò liscio fino al 1973, quando la ‘ndrangheta rapì il figlio. Dopo l’amputazione di un orecchio del ragazzo, la famiglia Getty pagò un riscatto di 17 milioni di dollari.
- Nel 1978 l’isola passò a Gianpasquale Grappone, detto Ninì, creatore del Loyd Centauro. Finì in galera travolto dai debiti, ed il giorno in cui la villa fu messa all’asta, la moglie Pasqualina Ortomeno morì in un incidente stradale.
Messa all'asta, l'isola è diventata proprietà della Regione Campania. Se la storia della Gaiola vi ha incuriositi e siete decisi a farci un salto, avete tutta la mia comprensione; si tratta di luoghi di incantevole bellezza in cui i costoni rocciosi e alte falesie di tufo giallo napoletano scavate e modellate dal vento e dal mare, si fondo coi colori e i profumi della macchia mediterranea, regalando scorci e paesaggi mozzafiato. Grotte e fondali ricchi di reperti archeologici romani, resti di ville marittime, approdi, ninfei, peschiere sono visibili tutt’oggi sopra e sotto la superficie di un mare azzurro e meraviglioso che non potrà non conquistarvi. E allora che fate? Sfidate la maledizione e andate a farci un giro? Se volete qualche informazione in più sul “Giallo della Gaiola” ecco qui!