La trama (con parole mie): la giovane paraplegica Nica vive con la madre Sarah in una grande casa isolata, fin troppo protetta dalla genitrice. Quando viene loro consegnato un pacco contenente la bambola "Tipo bello" che per anni è stata l'involucro dell'anima del serial killer Charles Lee Ray, ribattezzatosi Chucky, comincia per la ragazza un vero e proprio incubo. La madre, infatti, muore in un tragico ed apparentemente casuale incidente, e quando la sorella con al seguito tata, marito e figlia arriva per convincerla a mettere in vendita la casa e trasferirsi in un ricovero, per l'intera famiglia comincerà il gioco al massacro orchestrato proprio da Chucky, più spietato e cattivo che mai, nonchè legato a ricordi dei suoi tempi da umano proprio agli occupanti di quella casa.
E così, anche per Chucky e la sua saga è giunto il momento del capitolo che - almeno per ora - pone la parola fine alla retrospettiva regalata al pupazzo più malvagio del Cinema horror - e non solo - qui al Saloon: in tutta onestà, benchè a livello visivo si possano notare grandi miglioramenti rispetto alla qualità da b-movies dei precedenti, ho trovato l'ultima fatica di Don Mancini troppo seriosa ed orrorifica nel vero senso "di genere" del termine per potermi davvero sentire conquistato dalla stessa.
Per la prima volta dai tempi del suo esordio, infatti, il bambolotto psicopatico non è riuscito, nel corso della visione, a strappare al sottoscritto neppure una sonora, cattivissima risata grazie al suo rinomato turpiloquio o ai rapporti quantomeno burrascosi con le sue vittime umane: a contribuire a questo risultato un'ambientazione in pieno stile slasher fin troppo cupa, all'interno della quale regala le soddisfazioni migliori soltanto il trucco che cela dietro le fattezze di un "Tipo bello" completamente restaurato il vero ed ormai profondamente deturpato volto del nostro killer di plastica preferito.
Non che il risultato sia poco apprezzabile, o che il personaggio abbia perso il suo carisma, ma l'impressione che ho avuto nel corso della visione è stata quella di vedere le potenzialità del piccoletto sfruttate con il freno a mano tirato neanche ci fosse stato chissà quale salto a livello di produzione e distribuzione: edulcorare un personaggio di questo calibro, fosse anche solo verbalmente, significa in qualche modo tagliare le gambe alla sua dirompenza, senza contare che il resto delle sue caratteristiche distintive - su tutte la fantasiosa varietà nell'arte dell'uccisione - non sono state affatto limitate dal ritorno all'horror più canonico di questo sesto capitolo.
Interessanti l'utilizzo nel ruolo di Nica della figlia di Brad Dourif, voce ed anima di Chucky, così come l'apparizione conclusiva di Jennifer Tilly, che nel quarto e quinto film prestò voce e corpo alla compagna del protagonista Tiffany, che, occorre ammetterlo, fa sentire la sua mancanza - soprattutto quando si tratta dei battibecchi con Chucky, che pare soffrire molto il ritorno alla "solitudine", e di creatività nelle uccisioni -: in questo senso il finale risulta la parte più interessante di questo La maledizione di Chucky, di fatto uno dei capitoli meno trash della saga ma, allo stesso tempo, forse quello di maggior transizione.
Un peccato per i fan hardcore del brand, ormai abituati al grottesco più comico che spaventoso in grado di rendere mitici personaggio e serie, che dovranno attendere l'eventuale settimo capitolo e, chissà, anche un ritorno del fu Andy, prima nemesi ufficiale dell'adorata bambola assassina: nel frattempo, passare il tempo con massacri come quello della ragazza alla pari o la rivelazione della "maschera" di Chucky potrebbe essere un buon diversivo.
Ma niente di più.
MrFord
"When there’s no more room in hell
then the dead will walk the Earth
and the living won’t have a prayer
cause it’s the dawn of the dead."Murderdolls - "Dawn of the dead" -