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La maledizione di essere Donne

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

 “Donne Maledette” è un romanzo di Mariagrazia De Castro, edito da Milena Edizioni nel 2014.

Donne MaledetteDonne Maledette

«Farà bere alla donna quell’acqua di amarezza che porta maledizione e l’acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrre amarezza». Nm 5,24

 Donne maledette, non da un Dio che nessuno prega e supplica, ma da una società che si erge, dall’alto di tacchi malfermi e di scranni teatrali, a giudice spietato.

Donne maledette, quelle che si aggirano per una Parigi di inizio secolo, costrette ad indossare la pelliccia anche in contrasto con il tepore della primavera, per coprire e nascondere  il ricordo di una giovinezza trascorsa a piedi scalzi.

Donne maledette, quelle che si consacrano tramite un velo nero e assistono inermi alla propria metamorfosi, vedendo le proprie carni trasformarsi in marmo e il proprio cuore in basalto.

Donne maledette, quelle concepite e cresciute per essere mogli e per annullare se stesse, costrette a uccidere i sogni che hanno partorito fra i libri e i corridoi della Sorbona.

Donne maledette, quelle che muoiono lasciando le proprie bambine sole, in un mondo intriso di ipocrisia ed asservito al potere del denaro.

«Si è avvolto di maledizione come di una veste:

è penetrata come acqua nel suo intimo

e come olio nelle sue ossa». Sal 109, 18

Donne maledette, quelle che muoiono non lasciando nessuno a piangerle: nemmeno una lacrima a detergere la memoria di vite aride e vuote come gusci di conchiglia defraudati della perla.

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Il breve romanzo di Mariagrazia De Castro racconta la progressiva scoperta dell’universo femminile, nelle sue molteplici sfaccettature, da parte della piccola Sylvie, la cui capacità di analisi del reale, nella sua verità cruda senza filtri, cresce insieme ai suoi seni acerbi, fino a fare di lei stessa una donna. Una Donna.

Simone de BeauvoirSimone de Beauvoir

Una donna, anch’essa maledetta dal finto perbenismo, perché libera nel corpo e nell’anima, perché erede dell’esploratrice Maria Henrietta Kingsley e della pittrice Suzanne Valadon, ma, soprattutto, di quante, come Simone de BeauvoirVirginia WoolfIrène Némirovsky e Jane Austen, tutte citate nel libro, si affidarono alla scrittura per guarire i mali dell’anima e disegnare una storia tutta al femminile, intingendo la penna nel sangue di un’Eva che mille volte fu maledetta.

Questo sono gli uomini: per loro la donna o è oggetto di eccessive e costanti attenzioni o di assoluta noncuranza. Senza sapere quali di questi due estremi sia peggio, ogni donna è condannata a riviverli entrambi”.

Emma Fenu


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