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La malinconica miseria di "Bailame el agua"

Creato il 27 febbraio 2012 da Odette
Solitamente i film tratti da un libro sono considerati un flop perchè il punto di partenza è sempre più alto e questi non si dimostano all'altezza, ovviamente con le dovute eccezioni. Eccezioni tra le quali si annovera Bailame el agua di Josecho San Mateo, un film spagnolo del 2000, con i grandissimi Uñax Ugande e Pilar López de Ayala. Non credo sia arrivato in Italia.
La storia è quella di due giovani senza una lira che si arrangiano e cercano di sopravvivere con quello che trovano in giro, che non è necessariamente il meglio che possano trovare. Lui finisce a spacciare droga e a drogarsi e lei a prostituirsi. Lei lo fa dopo che capisce che lui non è in grado di portare soldi a casa in nessun modo, e lui lo fa per la disperazione di aver visto a cosa si era ridotta la sua donna. Smette di amarla quando scopre l'imbarazzante mestiere ed entra in crisi, ma io credo che quello che realmente lo faccia star male non sia il lavoro di lei, ma il fatto che lui l'abbia trascinata lì e che non sa come uscirne, perchè ha inevitabilmente fallito come uomo e come compagno. Dice di non amarla più quando io credo che il problema sia solo il suo, ce l'ha con se stesso e se la prende con lei. La disperazione fa da padrona in tutto il film, ma tutto precipita e va a peggiorare alla fine, che è davvero una fine.
Per diversi e palesi motivi la storia riesce, l'ambiente è costruito benissimo con la musica giusta e trasmette continuamente un senso di malinconia. Il contesto con cui viene costruito un film per me fa molto, ed essendo la storia molto semplice e già sentita, era importante che gli attori  fossero dei grandi interpreti. Ovviamente il tutto ha da sfondo quella Spagna che ci viene spesso rappresentata e che anche se i diretti interessati tendono a nascondere per me è esemplare e riassuntiva, anche se non è tutto lì. Gli ambienti disagiati e la miseria in primis, tipiche dei film spagnoli più spagnoli di tutti.

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