Ha tre figli. Non uno. Non due. Tre.
Tre figli sono un buon numero, per tutto: per capricci, per bisogno di cure e attenzioni, per impegno fisico e mentale e per pazienza che serve ma che se ne va. Tre figli son "tanto". Punto. Nell'arco di quella giornata a lei son capitate più o meno tutte quelle situazioni che si presentano a ognuna di noi, bambini che urlano, che litigano da soli e tra di loro, che hanno fame contemporaneamente, ma che poi non vogliono mangiar niente, che con lo stesso tempismo devono andare in bagno, che non ne vogliono sapere di uscire dall'acqua e che si contendono giochi dell'uno e dell'altro fino ad arrivare alle mani e che nello spazio di un minuto la chiamano almeno 60 volte. La mamma zen, vive di episodi di routine un po’ come tutte noi. Non è una miracolata e si sottopone alla procedura, uguale per tutte. Quello che cambia però, è l’atteggiamento, la reazione e il modo di affrontarla. Anni luce lontano da me. Purtroppo.
I suoi figli urlano? Lei per contro parla a voce bassissima, impercettibile, più loro urlano più lei parla a bassa voce fino a quando anche i figli fanno lo stesso e parlando a bassa voce si scusano pure per tutto il casino fatto prima. I miei figli urlano, io urlo più forte di loro, loro più forte di me, e così via fino a che sfiniti, non piombiamo tutti nel silenzio. Il risultato alla fine è lo stesso, come ci siamo arrivate un po’ meno e non è una differenza di poco conto.I suoi figli buttano all’aria l’intero stabilimento balneare? Lei si allontana di qualche metro, stende il suo telo e si mette a leggere il suo libro. Guarda il mare e sorride. Tempo 5 minuti e i suoi figli sono accanto a lei. Sotto il nostro ombrellone sembra esserci stato un rave party, il libro che mi ero portata per leggere è finito dentro l’acqua, il telo è pieno di sabbia, il mare manco lo vedo ed io gli corro dietro tra gli ombrelloni minacciandoli con la paletta da spiaggia. Per farli star buoni mi cimento in costruzioni gigantesche sul bagno asciuga.E’ ora di tornare a casa, si avvicina all’ombrellone, indossa immacolati short e ripiega il suo telo sotto braccio, li chiama, "forza è ora di andare", loro raccolgono i loro giochi se li caricano sulle spalle e in fila indiana si allontanano. Noi lasciamo la spiaggia al tramonto, in verità è un’ora che li chiamo, li ho asciugati e rivestiti non so quante volte, mi scappano via di continuo, carico la sacca giochi su una spalla, la borsa mare sull’altra, i teli zuppi di acqua e sabbia dove capita, le loro ciabatte in mano, in testa almeno due cappelli, arranco a fatica fino alla macchina, loro saltellano felici davanti.Lei è la mamma zen, ed è una di noi.
Con questo post partecipo al brainstroming di #StorMoms tema del mese #unanessunacentomilamamme. Seguitele sulla loro pagina Fb