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La mammità.

Da Wising
La mammità.Uff. Sono giorni un po' così, un po' pensierosi.
Una mia cara amica, finalmente incinta, ha invece scoperto che aveva il sacco vuoto. Pare sia dovuto a un difetto genetico di quel particolare embrione, per cui si può cercare serenamente una nuova gravidanza. E' il serenamente che stride un po', perchè anche se te ne accorgi subito che le cose non sono andate per il verso giusto, ci resti malissimo, improvvisamente ti sembra tutto in salita, difficile. Complicato anche per me, per un'amica, trovare parole adatte per dare conforto. O temi di minimizzare troppo, urtando la sensibilità, o, al contrario, si rischiano toni drammatici non utili al recupero di tranquillità.
Un'altra amica lo cerca da anni, ma niente.
Una collega sta soffrendo moltissimo, invece, per una sciatica pesantissima provocata dalla posizione del nascituro. Insomma non è semplice.
Ragionavo sul fatto che mamme si diventa subito, praticamente dal test.
E come mamme, non solo come donne, soffriamo molto se qualcosa va storto. Questo mi fa pensare che la mammità è proprio una cosa scritta in noi, da qualche parte, e si risveglia subito quando viene chiamata in causa.
Non so, è un pensiero che mi fa tenerezza.
Poi ognuna di noi declina questo istinto in tanti modi: ci saranno mamme particolarmente affettuose, altre che preferiscono puntare di più sull'indipendenza del proprio pargolo; apprensive o più sportive; più portate al gioco o invece all'insegnamento; che seguono linee precise di educazione o si lasciano ispirare dal momento. La mammità, però, è lì, per tutte identica, un corredino che portiamo con noi.
Altra considerazione è che insieme alla mammità arriva sempre il senso di colpa/inadeguatezza. C'è chi rimane schiacciata da questo rovescio della medaglia, chi lo sente solo a tratti (ed è quasi una morsa), chi impara a conviverci, dando un senso ai propri limiti.
In questo senso le donne sono multitasking, si trovano a gestire molte sensazioni complesse, in un dialogo serratissimo tra sè e sè.
L'ho detto subito, eh!, che sono giorni un po' pensierosi...

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