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La mania del possesso

Creato il 13 gennaio 2016 da Mcnab75

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Così, complice una chiacchierata con l’amico e collega Marco Siena, anch’io mi sono abbonato a Netflix.
Che, per inciso, è una figata fotonica.
Credo che potrei fare a meno della televisione tradizionale da qui a – tipo – sempre, e probabilmente farò la disdetta anche a Mediaset Premium, che finora era l’unico servizio televisivo a pagamento di cui usufruivo (e la cui offerta è progressivamente peggiorata, calcio a parte).
Riguardo ai film di nuova uscita, sono oramai anni che li vedo direttamente al cinema, oppure presi a noleggio su Google Play.
Il che ha dato un taglio netto al mio acquisto di DVD “fisici”, così come gli Mp3 hanno limitato tantissimo la mia già non ricca collezione di CD musicali.
Sapete una cosa? Sto benissimo così.

Non disprezzo gli oggetti fisici.
Anzi, mi piace acquistare magliette strane, pantaloni sportivi, così come action figure (anche se non ne sono ossessionato), aggeggi elettronici di vaia natura.
Quando però si parla di prodotti di intrattenimento o di cultura, io preferisco il “non-possesso digitale”.

Adoro avere tutti i film, le canzoni e i libri che mi piacciono su dei device che stanno comodamente nella tasca del mio giaccone.
Non sento il bisogno particolare di sniffare carta, vinile o nastri VHS. Ciò porta grande beneficio sia al mio conto corrente che allo spazio libero che ho in casa (e che ahimè oramai è piuttosto limitato).

Ogni tanto acquisto ancora dei prodotti fisici, per esempio fumetti, libri e CD di quei pochi autori/cantanti che colleziono anche a un livello sentimentale (un esempio banalissimo: i CD di Natalie Imbruglia).
Le proporzioni sono comunque molto sproporzionate verso la soluzione digitale, direi nella misura di 9:1.

netflix

Il futuro, piaccia o non piaccia, va in questa direzione.
Anche per i libri.
Gli Odoratori della Carta, quelli che non perdono occasione per manifestare il loro odio verso gli ebook, sono gli stessi che vedono i film in streaming su siti improbabili, che generano l’apertura di un centinaio di pop-up pubblicitari.
Probabilmente il media cinematografico tira più di quello letterario.
I veri lettori – i lettori forti (almeno quelli che conosco io) – non si sono mai lamentati per l’abbondanza di nuove realtà digitali.

Questa riflessione a voce alta mi porta anche a cancellare un progetto che avevo in mente, vale a dire quello di realizzare la versione cartacea di alcuni miei romanzi.
Per il momento non lo reputo necessario o prioritario.
Ribadisco con serenità il mio essere un autore digitale.
Un autore del futuro.
Piaccia o non piaccia va così.

future


(A.G. – Follow me on Twitter)


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