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La manina appiccicosa - Recensione - PS4

Creato il 07 maggio 2014 da Intrattenimento

L'avventura sviluppata da Zoink arriva anche su PlayStation 4, con il suo carico di folle umorismo

Ray è un ragazzo come tanti e prende davvero sul serio il suo lavoro, quello di collaudatore di elmetti protettivi da utilizzare nei cantieri. Una mansione che consiste, in pratica, nell'indossare diversi caschi e aspettare che un collega ti faccia cadere in testa un martello, registrando l'intensità della botta su una scala da una a cinque stelle.

La manina appiccicosa
Quello che però cade addosso a Ray in una giornata come tante non è un utensile da lavoro, bensì qualcosa di molto diverso: una misteriosa creatura che gli si intrufola nel cervello, donandogli un potere straordinario. Il ragazzo si ritrova infatti con una sorta di enorme "manina appiccicosa" che gli spunta dalla testa, che solo lui può vedere e che gli permette di leggere i pensieri delle persone che lo circondano ed eventualmente afferrarne le idee come se fossero degli sticker. E cosa si fa con uno sticker, se non appiccicarlo da qualche parte? Il preambolo ci sembra sufficiente a descrivere il gameplay di Stick it to the Man, l'avventura a base di piattaforme sviluppata da Zoink. Già disponibile da tempo su PC, PlayStation 3 e PlayStation Vita, il gioco ha debuttato la settimana scorsa su PlayStation 4 e può essere scaricato gratuitamente dagli utenti iscritti a PlayStation Plus.

Adesivi ovunque

La prima cosa che colpisce del gioco è senz'altro il peculiare stile di disegno adottato dagli sviluppatori, che vede Ray e gli altri personaggi come figure bidimensionali, veri e propri ritagli di cartoncino (lo dimostrano anche le numerose macchinette per il checkpoint) con la pelle gialla come quella dei Simpson, ma caratterizzati da tratti decisamente più "sporchi" e irregolari. Insieme a un design degli scenari che definire bizzarro è poco, fra colori acidi e improbabili strade che si sviluppano senza alcun rispetto per le leggi della fisica, le soluzioni adottate si rivelano assolutamente originali e uniche.

La manina appiccicosa
L'interazione con le location è affidata alla nostra "manina psichica", che si controlla tramite lo stick analogico destro e ci permette di tirare via dei "fogli" dagli edifici per mostrare nuovi luoghi, magari con altri personaggi nascosti al loro interno. Utilizzando il medesimo espediente, premendo il tasto dorsale L2 è possibile entrare in modalità "lettura della mente" e collegarci al cervello di una persona per leggerne i pensieri (ascoltandoli tramite lo speaker del DualShock 4), operazione questa che generalmente sblocca ulteriori quest, nella fattispecie il ritrovamento di un particolare sticker e la sua applicazione nel posto giusto. Una delle prime missioni con cui avremo a che fare, ad esempio, consiste nell'aiutare un tassista che vuole suicidarsi perché la sua ragazza, ossessionata dalle dentature perfette, lo ha lasciato per un mafioso dai denti luccicanti. Basterà qualche interazione per capire che l'attempato criminale indossa una dentiera, sottrargliela e metterla in bocca al tassista, che in tal modo potrà riconquistare la sua bella. Fare attenzione a ciò che pensano i personaggi con cui entriamo in contatto in genere ci dà un'idea di cosa desiderino, ma come spesso accade con le avventure capita anche di procedere per tentativi. Per fortuna la mappa dei livelli, richiamabile in qualsiasi momento tramite la pressione del tasto Quadrato, fornisce indicazioni piuttosto chiare sui punti "sensibili" e dunque su dove sia il caso di recarsi. Gli stage più avanzati della campagna, composta in totale da dieci capitoli, presentano inoltre dei tubi in stile Super Mario che ci permettono di spostarci rapidamente da un estremo all'altro dell'ambientazione, così da rendere meno scocciante il pur inevitabile backtracking.
Stick it to the Man - Trailer di lancio
La manina appiccicosa - Recensione - PS4
Stick it to the Man - Trailer di lancio

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Stick it to the Man si presenta insomma come la più classica delle avventure, sebbene l'interfaccia non sia "punta e clicca" quanto piuttosto "stacca e appiccica".

La manina appiccicosa
La forza del prodotto targato Zoink risiede soprattutto nella sua peculiare caratterizzazione, tanto dal punto vista grafico quanto dal punto di vista della narrazione, strapiena di un umorismo efficace, che riesce a rendere bene anche in inglese e con i sottotitoli in italiano. Certo, l'assenza di un doppiaggio nella nostra lingua - che, ci rendiamo conto, non era fattibile per una produzione di questo tipo - fa perdere inevitabilmente qualcosa. Il comparto sonoro è tuttavia di eccellente qualità, sia per i buffi dialoghi, recitati da un cast in grande spolvero, che per le musiche che accompagnano l'azione, azzeccate e di gran classe.
La manina appiccicosa
Nel gioco non manca neppure una certa incidenza dell'elemento platform, che in alcuni frangenti (quando bisogna superare gli agenti agli ordini del "Boss", ad esempio) si rivela discretamente impegnativo e persino aperto a piccole sfaccettature stealth. Ci si trova infatti a dover evitare di essere scoperti dai nemici aggirandoli, evitando il loro campo visivo e approfittando non appena possibile, durante l'eventuale fuga, delle "puntine da disegno" che collegano una piattaforma all'altra e che rientrano nella già citata visione di un mondo fatto di cartoncino, in cui Ray può spostarsi agilmente grazie al supporto della sua appendice speciale. Alla fine dei conti l'avventura non dura moltissimo, dato che è possibile completarla in circa quattro ore, ma è foriera di un'esperienza decisamente diversa dal solito, piacevolissima, divertente e leggera. Inutile dire che il download è d'obbligo per chi è iscritto a PlayStation Plus.

Pro

  • Stile originale e accattivante
  • Meccaniche adventure solide
  • Dieci capitoli molto divertenti e ben diretti...

Contro

  • ...ma che si completano piuttosto facilmente e velocemente
  • Sezioni stealth talvolta frustranti
  • Peccato per la mancanza di un doppiaggio in italiano

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